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Lampedusa, sindaco: "Hotspot al collasso, dichiaro stato di emergenza"

Ultimatum al governo: "La situazione ingestibile, non possiamo più accogliere migranti". Totò Martello attacca anche Salvini: "Mente sugli sbarchi, anche con lui ministro cʼerano"

"E' una situazione ingestibile. Se il governo non proclamerà lo Stato di emergenza per Lampedusa lo farò io. L'hotspot non può accogliere migranti, la responsabilità non può ricadere sui lampedusani". E' il grido di allarme del sindaco di Lampedusa Totò Martello che commenta l'ultima raffica di sbarchi nell'isola e la situazione nell'hotspot dove si trovano oltre mille migranti, dieci volta la capienza massima prevista.

"Oggi non ci saranno trasferimenti in traghetto verso Porto Empedocle - sottolinea il sindaco - e intanto i barchini provenienti dalla Tunisia stanno continuando ad approdare sull'isola".  In questo momento sulla banchina si trovano una cinquantina di migranti ancora in attesa che venga deciso dove saranno smistati.

 

L'attacco a Salvini: "Mente sugli sbarchi, c'erano anche con lui ministro" - "L'onorevole Salvini continua a comportarsi da mentitore seriale, sostenendo che quando lui era ministro 'non c'erano più sbarchi': nulla di più falso. Quando Salvini era ministro gli sbarchi a Lampedusa sono sempre proseguiti, basterebbe leggere i report del ministero degli Interni per verificare quello che sto affermando". Martello lancia accuse anche al segretario della Lega Matteo Salvini. "Se Salvini fosse venuto a Lampedusa in quel periodo - aggiunge Martello - quando da sindaco ho più volte chiesto una interlocuzione istituzionale con il Ministero che allora guidava, senza mai avere risposta, avrebbe visto con i suoi occhi le imbarcazioni dei migranti entrare in porto. Forse allora non è venuto a Lampedusa proprio per questo motivo, per non dovere ammettere la realtà e continuare a negare l'evidenza".

 

Caos migranti, Salvini a Lampedusa: "Tutti belli e forti"

 

"E' venuto adesso per pura propaganda politica, comportandosi come un pericoloso 'giullare di piazza' che fomenta odio e rabbia".   "Quanto infine alle sue dichiarazioni nelle quali mi definisce un 'poveretto' - conclude Martello - ebbene sì, forse lo sono: mio padre era pescatore, mi ha insegnato ad andare per mare quando ero ancora un ragazzino. Non frequento lidi balneari alla moda in giro per l'Italia, non mi sono arricchito con la politica e vivo ogni giorno insieme ai miei concittadini, nella mia Lampedusa. Sono un pescatore, e sono orgoglioso di esserlo. Lui invece si fa chiamare 'capitano', ma capitano di cosa?".

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