SUL LUNGOMARE DI MASCALI

Catania, titolare vieta lido a un 22enne: "Sei gay, non puoi entrare"

Il giovane si è poi recato in una spiaggia libera sul lungomare di Mascali, ma la proprietaria ha continuato a insultarlo e a intimargli di andarsene con i suoi amici

19 Ago 2015 - 17:24

    © ansa

© ansa

A un giovane di 22 anni è stato impedito, perché gay, di accedere a uno stabilimento balneare nel lungomare di Mascali, in provincia di Catania, dove era andato con alcuni amici. "Qui gli omosessuali non possono mettere piede", avrebbe detto la titolare del lido insultandolo. Allontanatosi, secondo il racconto del giovane, la donna avrebbe continuato ad inveire contro il 22enne, urlando che se ne doveva andare con i suoi amici.

L'episodio è stato riportato dal quotidiano "La Sicilia". "Essere gay - dice il giovane in un'intervista - non vuol dire essere appestati e quanto è successo a me non deve più accadere". E aggiunge: "Faccio appello all'associazione Arcigay e a movimenti che si battono per difendere i diritti e la dignità delle persone omosessuali per far capire a questi soggetti che la devono smettere di discriminarci ed insultarci". A giugno, sempre nel Catanese, un turista olandese è stato strattonato e accusato di essere omosessuale.

La titolare respinge le accuse di omofobia - La titolare dello stabilimento balneare, dal canto suo, respinge le accuse di omofobia e, in un'intervista all'emittente televisiva Telecolor, ha detto: "Non mi interessa se è gay o meno, sono cavoli suoi. Lui stava dando a me uno schiaffo e io l'ho spinto. Nessuno gli ha messo le mani addosso". E ha aggiunto: "Questo ragazzo è venuto un giorno ad aiutare un persona che era ospitata nella mia struttura ed io gli avevo detto che ospiti non ne doveva portare".

La controreplica del giovane - Il 22enne, in un'intervista alla stessa emittente, ha invece confermato il contenuto della sua denuncia. "Stavo aiutando un mio amico che era ospite nel lido - ha spiegato G. F. - quando la titolare e la sorella hanno cominciato a minacciarmi e a gridarmi 'puppo' (omosessuale in dialetto catanese ndr)". "Ad un certo punto - prosegue - è arrivato anche il marito della sorella, che mi ha minacciato e mi ha dato uno schiaffo su un orecchio". E ancora: "Poi la proprietaria ha preso una scopa minacciando di darmela in testa e io sono dovuto scappare".

Commenti (0)

Disclaimer
Inizia la discussione
0/300 caratteri