Era il 23 luglio 2021 quando iniziavano per l'Oristanese giornate d'inferno in balia degli incendi. Oltre 20mila ettari di boschi, sugherete, pascoli, aziende agricole andati in fumo; centinaia e centinaia di sfollati, migliaia di animali d'allevamento, d'affezione e selvatici morti bruciati senza scampo. Particolarmente colpito fu il territorio del Montiferru. Oggi, un anno dopo la devastazione prodotta dal fuoco, da quegli stessi luoghi arrivano immagini di rinascita pubblicate dall'Agenzia Forestas, ente forestale della Regione Sardegna. "Piano piano, - spiegano i tecnici dell'istituzione, - al nero del carbone si sta sostituendo il verde delle piante, frutto di resistenza e resilienza. Segni di rinascita, che fanno ben sperare, e ferite indelebili, per un territorio e un'Isola intera che continuano a combattere contro il fuoco e i suoi devastanti effetti". "Forestas, - aggiunge l'ente, - oltre a curare i boschi e seguire da vicino la ricrescita, sta lavorando a una rete di sentieri che accompagneranno la rinascita del Montiferru e sta ricostruendo i cantieri forestali distrutti dal fuoco". L'occasione di parlare di questa rinascita vegetale e dei problemi legati alla fauna selvatica è in un convegno organizzato per il 23 luglio da Forestas e dall'associazione animalista Effetto Palla Onlus nel Comune di Santu Lussurgiu dal titolo: "Montiferru oltre il fuoco. Gli animali selvatici e il bosco. Cosa abbiamo perduto, cosa potremo riavere"
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