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Sabaudia, incendio allo stabilimento balneare rivale "Dune 31.5": arrestate una modella e la madre

Avrebbero fatto appiccare il rogo ad un lido concorrente con l'obiettivo di mettere le mani su una ulteriore porzione di spiaggia

Avrebbero fatto appiccare l'incendio ad un lido rivale forse anche con l'obiettivo di mettere le mani su una ulteriore porzione di spiaggia.

Ci sarebbe questo dietro il rogo avvenuto la notte tra il 5 e il 6 gennaio a Sabaudia, centro in provincia di Latina, che ha distrutto lo stabilimento balneare Dune 31.5 sul lungomare pontino. Per questa vicenda i carabinieri hanno arrestato, su mandato della Procura di Latina, quattro persone. Tra loro due donne -una modella e la madre- che sono considerate le mandanti del blitz.

I sospetti degli investigatori e le indagini svolte hanno poi permesso di appurare come l'incendio al Dune 31.5 sia effettivamente stato commissionato dai titolari di una concessione per noleggio di sdraio e ombrelloni cessata a seguito di ripetute violazioni accertate dai carabinieri Forestali del Parco di Fogliano e recentemente riaperta in altra località del lungomare sabaudo, e che avrebbe già avuto diversi screzi con i titolari dello stabilimento incendiato.

 

 

Le verifiche sono scattate subito dopo l'incendio e gli inquirenti hanno imboccato la strada dell'evento doloso. Nella zona del rogo è stata, infatti, trovata una bottiglia con residui di liquido infiammabile sulla quale i carabinieri hanno immediatamente iniziato a lavorare. In caserma sono state ascoltate diverse persone tra cui i titolari dello stabilimento incendiato e i titolari degli stabilimenti e chioschi limitrofi.

 

Grazie all'attività istruttoria è stato possibile acquisire elementi concreti a carico dei quattro indagati. Per le due donne sono stati disposti gli arresti domiciliari mentre le altre due persone indagate sono finite in carcere. Le indagini dei carabinieri hanno accertato che i due "piromani" hanno dato alle fiamme la struttura in cambio di 500 euro.

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