La procura di Milano avrebbe decifrato le chat di Savoini nelle quali spunta uno screenshot che confermerebbe l'accordo sui 65 milioni di dollari da far arrivare al Carroccio
Un pizzino sotto forma di screenshot potrebbe diventare la prova regina nel Russiagate che vede coinvolti Gianluca Savoini, la Lega e altri emissari italiani e russi. La procura di Milano sarebbe riuscita a decifrare i telefonini degli indagati e nelle loro chat sembra essere spuntato il "foglio" nel quale si mette nero su bianco che nella trattativa petrolifera condotta (ma non portata a termine) all'hotel Metropol ci sarebbe stata una "fetta" da 65 milioni di dollari destinata alla Lega.
L'indagine per corruzione internazionale vede coinvolti tre emissari russi, vicini a Putin, e tre italiani. Questi ultimi sono Gianluca Savoini, l'uomo di Matteo Salvini per gli affari a Mosca, l'avvocato Gianluca Meranda e il consulente finanziario Francesco Vannucci. Nella riunione all'hotel Metropol di Mosca, i tre mettono le basi per una compravendita di gasolio tra Eni (che per il momento è estranea alla vicenda) e Gazprom. Un affare da 1,5 miliardi di dollari che non è andato poi a conclusione.
Ma, scrive il Fatto Quotidiano, gli accordi sulle mazzette (o presunte tali) c'erano già tutti. La prova sarebbe nelle chat telefoniche, intrattenute tra i sei anche attraverso l'uso di potenti software di criptaggio. La procura di Milano sarebbe però riuscita a violare alcune di queste conversazione e avrebbe recuperato la foto di un manoscritto sul quale sono appuntate le percentuali del cosiddetto "discount". Nel biglietto ci sarebbe scritto che il 4% degli 1,5 miliardi di dollari doveva finire alla Lega e un altro valore che oscillava tra il 4 e il 6% da destinare ai pubblici ufficiali russi e ai loro intermediari d'affari.
Secondo gli inquirenti il papello di Savoini e soci sarebbe stato messo a punto dopo l'incontro del Metropol. Scritto, poi fotografato e infine inviato. Una prova regina che dimostrerebbe come l'accordo, solo a parole, avesse in realtà un fondamento solido visto che sarebbe stato messo per iscritto, quasi a formalizzare e cristallizzare quanto era stato inteso. Ma l'analisi tecnica sui cellulari prosegue. C'è ancora una chat, stavolta realizzata con un software chiamato Wickr che permette di secretare e distruggere le proprie conversazioni, che necessita di una password per essere letta. Parola segreta che al momento Savoini non ha voluto consegnare agli inquirenti.