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Regeni, genitori: "Colpiti dalle modalità del ritorno dell'ambasciatore in Egitto"

La mamma: "Sul corpo di Giulio abbiamo letto il disprezzo totale"

Regeni, genitori:
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"Noi volevamo che l'ambasciatore rimanesse in Italia".

Lo ha detto Paola Deffendi, madre di Giulio Regeni, il ricercatore italiano ucciso in Egitto, commentando la decisione del governo di riaprire l'ambasciata al Cairo. "La modalità con cui ci è stata comunicata la decisione ci ha colpito - ha spiegato Claudio, il padre del ragazzo -, se ne poteva parlare insieme. Per come ragionano nel Mediterraneo era un resa".

"Sul suo corpo abbiamo letto il disprezzo" - "Quando abbiamo visto il corpo, ci ha subito dato il senso che quella persona, Giulio, non è stata rispettata", hanno raccontato ospiti di "Che tempo che fa" i genitori del ricercatore, spiegando perché dopo aver visto il corpo del figlio riferirono che gli avevano sputato addosso. "Si pensa al male fisico - ha spiegato la madre - ma poi mi è venuto in mente un Giulio che soffriva ma pensava di uscire da quella situazione. Che era in balia degli altri, senza dignità. Lo sputo per la nostra civiltà rappresenta un segno di disprezzo totale: ecco, noi abbiamo letto quel disprezzo sul corpo di Giulio".

"Verità non solo per lui, ma per tutti i giovani" - Paola Regeni ha anche sottolineato il loro disagio "quando spesso si parla di Giulio come di un 'caso'. "Giulio era una persona, non un caso". "Giulio era un giovane uomo di questi tempi, era avanti su certe cose. Giovani come lui ce ne sono tanti, trovare la verità per Giulio significa che i cittadini italiani si sentano sicuri. Se non andiamo a fondo resterà sempre come un fantasma che aleggia, e anche una paura".

"Ciao, se vedemo sono state le sue ultime parole" - La mamma di Giulio ha poi raccontato che "Ciao, se vedemo", in dialetto friulano, sono state le ultime parole che il ragazzo e i genitori si sono detti nell'ultima telefonata dall'Egitto prima che il ricercatore italiano sparisse. Il papà di Giulio, Claudio, ha aggiunto che nelle ultime telefonate con il figlio nei giorni prima della sua sparizione il giovane era molto positivo, "faceva progetti e sogni per la sua vita".