A "Quarta Repubblica" il racconto del ragazzo: "Ho sparato 8 colpi in aria per metterli in fuga e oggi sono indagato"
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Ospite a "Quarta Repubblica" Marco Iannattone racconta l'aggressione che ha subito in casa da parte di quattro rapinatori il 25 luglio scorso. L'operaio 33enne di Caira (Cassino) era rientrato nella sua abitazione per prendere lo zaino e andare a lavoro per il turno notturno: "Mi hanno messo una corda intorno al collo e hanno cercato di strangolarmi, la mia fortuna è stata mettere le mani tra collo e corda".
"Ho avuto un mancamento e caduto a terra ho subito quattro coltellate all'addome. Quella sera i miei genitori non c'erano, mio padre era a lavoro e mia madre aveva una serata karaoke. Io ero uscito di casa un'ora prima per andare dalla mia ragazza ma avevo dimenticato lo zaino di lavoro e sono rientrato per prenderlo" ha proseguito Marco Iannattone. "Nella colluttazione ho provato a difendermi, sono riuscito a togliere il passamontagna a uno dei quattro. Ero ferito gravemente ma in quel momento, anche se perdevo sangue, non sentivo molto dolore da quelle ferite. Voglio precisare una cosa: casa mia non è una villa lussuosa ma una casa popolare, non so cosa cercassero in quattro quella sera" aggiunge.
Nonostante le gravi ferite Marco ha cercato disperatamente di mettersi in salvo e di spaventare i criminali. È infatti salito al primo piano, dove il padre custodiva una pistola con regolare porto d'armi. "Ho sparato otto colpi in aria e a quel punto sono fuggiti via. A oggi sono indagato e mi sta aiutando mio padre a gestire questa situazione perché io non riesco neanche a parlarne, ho paura", spiega.