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Foggia, oratorio chiude le porte "al pubblico" per colpa dei bulli

Il parroco ha comunicato con un cartello che non sarà più possibile entrare liberamente negli spazi ricreativi della chiesa a tutela di anziani e bimbi presi di mira da un gruppo di ragazzi

L'Opera San Michele di Foggia chiude le porte "al pubblico" per colpa dei bulli. Il parroco ha deciso di non far entrare sconosciuti nelle strutture perché un gruppo di ragazzi, esterni all'oratorio, maltrattava e minacciava anziani e disabili. Così sulla porta della parrocchia è apparsa la comunicazione: "Su indicazione della questura, l'oratorio di San Michele rimane chiuso fino a data da destinarsi per il gioco libero nei cortili".

Gli episodi di violenza ormai non si contavano più: un gruppo di ragazzi, dagli 11 ai 17 anni, bivaccava tutti i giorni nel campetto sportivo e se la prendeva con i ragazzini più piccoli, arrivando addirittura a sputare addosso a un disabile. Non contenti, i bulli hanno cominciato a prendere di mira anche gli anziani diretti in chiesa, insultandoli e prendendoli a pallonate. Nemmeno le forze dell'ordine sono riuscite a risolvere qualcosa, dato che i minori fuggivano all'arrivo di polizia e carabinieri, per poi tornare il giorno seguente.

Padre Giuseppe, esasperato, ha deciso di tutelare la sua comunità con un provvedimento drastico: tutte le attività della parrocchia sono state chiuse al pubblico in nome della sicurezza. Potranno accedere ai campi da gioco solamente le persone iscritte all'oratorio e alle associazioni collegate, per di più soltanto nei giorni e negli orari indicati. Insomma, basta alle porte aperte e alle giornate passate nei campetti liberi senza alcun controllo e orario. Le persone non "identificate" dalla struttura non potranno più entrare.

L'Opera San Michele sottolinea poi che non sarà interrotta nessuna attività: "Siamo per la città di Foggia un punto di riferimento per tantissimi giovani - spiega il sito web- e i campi sportivi, il teatro, il cinema e la scuola sono sempre affollatissimi". E ancora su Facebook: "Semplicemente si vuol conoscere le persone che abitano il luogo e responsabilizzarle a un uso civile degli spazi. Rimaniamo la casa di tutti, soprattutto dei più piccoli e dei più giovani!".

I risultati dell'operazione sono subito arrivati: spiega Padre Giuseppe che "il giorno dopo aver messo il cartello, i bulli non erano più in zona".