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Genova, la famiglia della vittima fa causa alla scuola e ai genitori dei bulli

Dopo anni di violenze e angherie su un compagno di classe, verrà chiesto un maxi risarcimento ai bulli e a un famoso istituto di Genova.

Genova, la famiglia della vittima fa causa alla scuola e ai genitori dei bulli  - foto 1
agenzia

Dopo anni di angherie, stalking e botte in una delle scuole più prestigiose di Genova, il padre del ragazzo torturato in classe ha deciso di portare scuola e genitori dei bulli in tribunale.

Chiederà un risarcimento di 300.000 euro per danni esistenziali. Il motivo? Gli adulti "non hanno saputo educare i propri figli". Le colpe della scuola sono, invece, di "non aver sorvegliato e controllato gli studenti". 
   

Il Deledda International School promette come missione l'"incontro e l'integrazione fra persone e culture", ma il ragazzo ha vissuto due anni infernali nell'istituto che, con la sua retta di 7.000 euro annuali, raccoglie i figli della Genova più ricca. 
Dopo più di 100.000 messaggi molesti, schiaffi, minacce e richieste di soldi, "era arrivato a pensare al suicidio", spiegano i genitori della vittima. Ma gli aguzzini, non contenti, nell'ultimo periodo di molestie lo costrinsero a camminare a quattro zampe come un cane, a star nudo sulla neve e addirittura a ballare e cucinare per loro. Tutto documentato con centinaia di video e foto finiti in giro sui social e mostrati come trofeo. La storia finì davanti al giudice, che diede ai bulli dai 6 ai 13 mesi di messa alla prova, in cui avrebbero dovuto fare volontariato, e rincasare presto per vedere cancellato il carico penale. 
Un "danno esistenziale", quello subito subito dal giovane studente, che ammonta a circa 300.000 euro, secondo quanto stimato dagli avvocati un anno e mezzo dopo la condanna del Tribunale dei Minori.

La scuola si è sempre detta estranea ai fatti: secondo l'accusa, sono gravi le colpe nel non aver mai provato a fermare le violenze sul ragazzo, che avvenivano anche dentro le classi. Ed è per questa ragione che anche il Deledda sarà citato in giudizio assieme alle famiglie dei bulli. 
Il preside, Alberto Damiano, ha spiegato di non essere a conoscenza dell'azione legale contro il suo istituto. "Non abbiamo preso provvedimenti contro i ragazzi perché si era mossa l'autorità giudiziaria. Anzi, era stato proprio il tribunale a chiederci di ammetterli alla maturità, ma ci tengo a sottolineare che nulla di quanto successo è accaduto all'interno della scuola".