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Ex Ilva, arrestato l'avvocato Pietro Amara

L'avvocato siciliano è stato in passato consulente legale di Ilva. Nell'inchiesta è coinvolto anche l'ex procuratore di Taranto, Carlo Maria Capristo


La guardia di finanza ha arrestato l'avvocato Pietro Amara nell'ambito di un'inchiesta sull'ex Ilva coordinata dalla Procura della Repubblica di Potenza e nella quale è coinvolto anche l'ex procuratore di Taranto, Carlo Maria Capristo. Proprio per Capristo è stato disposto invece un nuovo obbligo di dimora a Bari. Amara è anche al centro dell'inchiesta della Procura di Milano sul cosiddetto "falso complotto Eni".

Amara è stato in passato consulente legale di Ilva. Ai magistrati lombardi l'avvocato siciliano rilasciò dichiarazioni sulla presunta loggia Ungheria. Il pm milanese Paolo Storari consegnò poi i verbali dei suoi interrogatori all'ex consigliere del Csm Piercamillo Davigo.

 

 

Corruzione a Trani e Taranto - Secondo l'accusa, Amara è stato "soggetto attivo della corruzione in atti giudiziari sia a Trani che a Taranto". Capristo è invece accusato, quando era Procuratore a Trani, di aver accreditato presso l'Eni Amara (con cui era stato messo in relazione dal poliziotto Filippo Paradiso, oggi arrestato) come "legale intraneo (persona che "rimane a disposizione dell'ente per il perseguimento dei comuni fini criminosi", ndr) agli ambienti giudiziari tranesi in grado di interloquire direttamente con i vertici della Procura".

 

Da Amara raccomandazioni per Capristo a membri del Csm - Amara e il poliziotto Filippo Paradiso - in carcere nell'ambito di un'inchiesta della Procura della Repubblica di Potenza - avevano messo in atto "un'incessante attività di raccomandazione, persuasione e sollecitazione" in favore del giudice Carlo Maria Capristo "su membri del Csm e su persone ritenute in grado di influire su questi ultimi". Il tutto in occasione della pubblicazione di posti direttivi vacanti d'interesse" dello stesso Capristo, "fra cui la Procura generale di Firenze, la Procura della Repubblica di Taranto ed altri".

 

L'inchiesta che ha portato all'arresto di Amara è la stessa che nel maggio 2020 aveva già fatto scattare i domiciliari per l'allora procuratore di Taranto Carlo Maria Capristo, pure lui raggiunto da una nuova misura cautelare dell'obbligo di dimora eseguita dalla guardia di finanza. L'ordinanza comprende anche misure cautelari nei confronti di altri indagati.

 

 

Il caso Capristo - Per quanto riguarda Capristo, i fatti contestati risalirebbero al periodo nel quale era procuratore a Taranto e riguarderebbero anche l'ex Ilva. Nel maggio 2020 Capristo è stato arrestato (e tornato libero ad agosto) nell'ambito di un'altra inchiesta per la quale è attualmente a processo per tentata concussione, falso in atto pubblico e truffa aggravata.

 

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori Capristo, quando era Procuratore di Trani, nonostante "la palese strumentalità", si autoassegnava in co-delega con i sostituti Antonio Savasta e Alessandro Pesce procedimenti penali che scaturivano "da esposti anonimi" sull'Eni "redatti dallo stesso Amara" e "consegnati" direttamente allo stesso Capristo. Negli esposti veniva "prospettata la fantasiosa esistenza di un inesistente progetto" che "mirava a destabilizzare i vertici dell'Eni e in particolare a determinare la sostituzione dell'amministratore delegato, Claudio Descalzi".

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