La tragedia avvenuta alla vigilia di ferragosto 2018. Il bilancio delle vittime fu di 43 morti e decine di feriti
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Era il 14 agosto del 2018 quando il ponte Morandi, che collegava il centro della città di Genova alla zona portuale, crollò all'improvviso. Il bilancio delle vittime fu di 43 morti e decine di feriti. Il nuovo viadotto sul Polcevera, che porta la firma dell'archistar genovese Renzo Piano, è stato inaugurato nei primi giorni di agosto del 2020. A sette anni dal disastro, con due processi in corso, tra cui quello centrale sulle responsabilità, la strada è ancora lunga ma si intravede una possibile conclusione del primo grado di giudizio.
Il crollo e i primi soccorsi - Un boato fragoroso seguito da una nuvola di detriti. Queste le parole con cui moltissimi testimoni hanno comunicato l'emergenza alle forze dell'ordine. Erano le 11:36 del 14 agosto 2018 quando il pilone 9 del viadotto implode su sé stesso. Le 400 unità di Vigili del Fuoco che si precipitano sul posto possono solo che constatare una situazione disastrosa. Dopo due giorni di ricerche le vittime confermate saranno 43, i feriti una ventina. Il governo dichiara lo stato di emergenza, l'area sottostante ai piloni 9 e 10 diventa "zona rossa" e vengono evacuate circa 600 persone.
Le indagini, la concessione ad Aspi e il progetto per ripartire - La reazione politica alla tragedia è immediata: l'allora ministro per le Infrastrutture Danilo Toninelli istituisce una commissione ispettiva, mentre da Palazzo Chigi parte la procedura per la revoca della concessione ad Autostrade. Alla base di questa decisione ci sarebbe una grave negligenza negli obblighi di manutenzione da parte della società gestita dalla famiglia Benetton. A nulla serviranno le scuse della società e lo stanziamento di mezzo miliardo di euro da destinare ai parenti delle vittime.
L'assistenza per le famiglie sfollate arriverà in tempo record: sei giorni dopo il disastro, undici nuclei familiari ricevono le chiavi delle prime abitazioni sostitutive. "Ci sarà una casa per tutti entro otto settimane", garantiscono l'allora sindaco di Genova Marco Bucci e l'allora presidente della Regione ligure Giovanni Toti.
Il 28 agosto l'architetto genovese Renzo Piano regala alla città un'idea per ricostruire il viadotto. "È un'opera a titolo gratuito, un gesto fatto da senatore, con lo spirito di riappacificare il capoluogo ligure con la politica di Roma". Il progetto verrà presentato nei primi giorni di settembre.
Spuntano i nomi nel registro degli indagati - Agli inizi del settembre 2018, la Guardia di Finanza consegna alla procura di Genova un elenco di una trentina di persone che potrebbero avere avuto delle responsabilità per il crollo del viadotto. Sono 13 i soggetti che si sono occupati del progetto di ristrutturazione del viadotto dal 2015. La lista verrà poi estesa a 60 individui. Pochi giorni dopo, vengono iscritte nel registro degli indagati venti persone e la società Autostrade. Le accuse sono omicidio colposo plurimo, disastro colposo e attentato colposo alla sicurezza dei trasporti.
Nei mesi precedenti alla decisione sul futuro del Morandi, la società Autostrade ha presentato un progetto di ricostruzione attuabile in 9 mesi. La proposta scatenò l'ira dei 5Stelle, pur raccogliendo il parere positivo del Comitato sfollati di via Porro. In particolare, l'allora vicepremier Di Maio si disse sicuro che "Autostrade non ricostruirà quel ponte, ma metterà i soldi per farlo".
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Il Decreto Genova e il Commissario straordinario Bucci - Dopo 30 giorni esatti dal crollo, il Consiglio dei Ministri risponde con il "decreto emergenze": aiuti alle imprese e ai cittadini coinvolti, istituzione di una zona franca urbana, blocco dei mutui e tagli alle imposte. Per accelerare i tempi di intervento, l'allora sindaco di Genova Marco Bucci viene nominato Commissario straordinario per la ricostruzione. Il dl Genova verrà approvato il 1° novembre alla Camera e 14 giorni dopo in via definitiva al Senato.
I lavori - È il 14 dicembre del 2018 quando Bucci firma il decreto con cui assegna l'appalto per la demolizione del viadotto sul Polcevera. I lavori continueranno fino al 28 giugno 2019, quando le ultime parti ancora in piedi verranno abbattute con un'esplosione controllata.
Nell'ottobre del 2019 nasce il nuovo ponte Morandi. Viene infatti posato il primo impalcato tra le pile 5 e 6. La ricostruzione è affidata alla cordata pubblico-privata Salini Impregilo, Fincantieri e Italferr, e vede Renzo Piano come supervisore del progetto.
L'ultima campata viene posta in opera il 28 aprile del 2020. La conclusione del tracciato è annunciata dal suono delle sirene del cantiere e da alcune navi alla fonda. "Che questo nastro d'acciaio posso finalmente riunire le due parti della valle di ponente e di levante - commenta Bucci-. Ricorderemo per sempre le vittime di questa tragedia". Il nuovo ponte San Giorgio viene inaugurato il 3 agosto 2020.
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L'ultima campata del ponte Morandi pronta per essere posizionata. Su di essa è stata posta una bandiera con la Croce di San Giorgio, simbolo della città
Quest'anno, la cerimonia annuale si svolgerà all'interno dell'area del Memoriale 14.8.2018, costruito sull'argine est del torrente Polcevera, sotto le campate del nuovo ponte San Giorgio. Un'area che è un piccolo tassello di un progetto molto più ampio, che si compone lentamente di tutte le sue sezioni fino al disegno complessivo, il Parco del Polcevera e il Cerchio Rosso, il maxi restyling dedicato a quel perimetro di città che patì più di tutte il disastro del Morandi.
Poi il tempo riprenderà a scorrere, verso un nuovo orizzonte, quello di settembre con la ripresa delle udienze del processo, la conclusione delle requisitorie dei pm e da lì le richieste di pena per oltre 50 imputati. Da lì lo sguardo si sposterà ai prossimi mesi, con una speranza: arrivare a chiudere un lavoro giudiziario mastodontico, con sentenza e primo grado di giudizio entro l'estate 2026.