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"Odio gli italiani, vivete in uno Stato fallito": le frasi shock del magnate svizzero ultimo proprietario di Eternit

Lʼimprenditore è stato rinviato a giudizio per omicidio volontario per la morte di 392 persone provocata, secondo lʼaccusa, dallʼamianto lavorato nello stabilimento di Casale Monferrato

Ansa

"Dentro di me provo odio per gli italiani". E' la frase shock pronunciata dall'ultimo patron di Eternit, Stephan Schmidheiny, in un'intervista rilasciata a un quotidiano svizzero. Nel frattempo l'imprenditore elvetico è stato rinviato a giudizio a Vercelli per omicidio volontario: è accusato della morte di 392 persone provocata, secondo l'accusa, dall'amianto lavorato nello stabilimento di Casale Monferrato Il processo si aprirà il 27 novembre.

Schmidheiny, nel frattempo, è finito ancora più nella bufera per le dichiarazioni rilasciate qualche mese fa al quotidiano svizzero “Nzz am Sonntag”. “Quando oggi penso all’Italia provo solo compassione per tutte le persone buone e oneste che sono costrette a vivere in questo Stato fallito. Non ho intenzione di vedere una prigione italiana dall’interno - ha detto il magnate -. Alla fine il mio comportamento sarà giudicato correttamente e un giorno verrò assolto".

 

Inoltre, ha ammesso di non riuscire a reggere il "carico emotivo" della lunga serie di processi a suo carico, e che si è dovuto occupare della sua igiene mentale per poter resistere. Il processo Eternit Uno è stato spacchettato in quattro filoni, spettanti a quattro procure diverse, dopo che il gup Federico Bompieri di Torino aveva derubricato il reato di omicidio da doloso a colposo. A Torino è rimasto lo spezzone per due morti di Cavagnolo (Schmidheiny è già stato condannato a 4 anni), a Napoli è andato quello per otto morti di Bagnoli, a Reggio Emilia per alcuni morti di Rubiera e a Vercelli per 392 vittime casalesi.

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