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Funivia Stresa Mottarone, Tadini: "Sentivo dei rumori ai freni nel giro di prova ma ho scritto che era tutto ok"

Secondo i verbali dell'interrogatorio, l'addetto al funzionamento dell'impianto, che aveva riscontrato anomalie quella domenica, ha ammesso di aver scritto il falso sui documenti

Ha annotato nei documenti ufficiali della funivia del Mottarone "l'esito positivo del controlli" sul funzionamento dei freni. Poche ore prima della tragedia che ha ucciso 14 persone. Lo ha ammesso alla Procura di Verbania Gabriele Tadini, colui che faceva funzionare l'impianto, gestiva il personale, organizzava i controlli, si occupava della manutenzione. "Sentivo dei rumori durante i test ai freni nel giro di prova, ma ho scritto che era tutto ok", ha detto durante l'interrogatorio, come riporta La Stampa. I pm: anomalie nascoste per aprire l'impianto.

Le anomalie nel giro di prova - Tadini ha raccontato agli inquirenti racconta di aver avviato l'impianto verso le nove e di aver effettuato un giro di prova, accorgendosi che la cabina 3, quella poi precipitata, emetteva un rumore "indicativo del fatto che il sistema tentava di ricaricare la pressione del freno, facendo chiudere una delle due ganasce".

Funivia Stresa Mottarone, il consulente della procura sul luogo della tragedia: si sofferma sula fune

Il professor Giorgio Chiandussi, perito della Procura di Verbania, è andato per la prima volta sul luogo dell'incidente della funivia del Mottarone. Si è molto soffermato sulla fune  perché quello è "l'oggetto del nostro quesito", ha detto il capitano Luca Geminale, comandante della Compagnia dei carabinieri di Stresa, precisando che comunque "il consulente analizzerà tutti i dettagli, tutte le componenti interessate dalla rottura e, quindi, dall'incidente". Il consulente si è soffermato nel luogo dell'incidente e ha fatto scoprire una parte della cabina precipitata, "quella dell'attacco dei cavi". Successivamente si è recato alla stazione intermedia e a quella in vetta alla montagna. "Dobbiamo analizzare tutti i dettagli che offre la scena e capire il punto esatto dell'incidente e la causa scatenante la rottura del cavo", ribadisce il capitano Geminale.

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A questo punto, rilevano i pm, "per evitare che l' impianto non partisse, decide di non togliere il forchettone". Tadini sceglie, dunque, la scorciatoia nel primo fine settimana di alta stagione: "Lasciare inseriti i forchettoni rossi cosiddetti blocca freni", scrivono i magistrati. Invece di bloccare l'impianto e attendere le verifiche della ditta di manutenzione. E così si compie la strage: la cabina precipita, perché il cavo si spezza e il freno di emergenza non entra in funzione.

 

L'ultimo viaggio della famiglia di Eitan, le salme verso Israele

Le 5 vittime di origini israeliane del crollo della funivia Mottarone-Stresa tornano a Tel Aviv. Le salme di Amit Biran, Tal Peleg, del figlio di due anni Tom e dei nonni della donna, Barbara Konisky Cohen e Itshak Cohen, sono state trasferite dall'obitorio di Verbania all'aeroporto milanese di Malpensa, da dove, con un volo di Stato, raggiungeranno Israele, dove si svolgeranno i funerali. Resta in Italia ricoverato a Torino l'unico sopravvissuto della tragedia, il piccolo Eitan.
 

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Tra i compiti di Tadini - riporta La Stampa dalla richiesta di custodia cautelare per Luigi Nerini, Gabriele Tadini ed Enrico Perocchio - c'erano "i controlli quotidiani sull'efficienza dell'impianto e l'annotazione sul Registro giornale delle anomalie rilevate". Ma nella domenica della tragedia il diario riporta "l'esito positivo dei controlli effettuati sul funzionamento dei freni e delle cabine". Falso, perché nell' interrogatorio Tadini ha riferito di aver sentito provenire dalla cabina "un rumore-suono caratteristico riconducibile alla presumibile perdita di pressione del sistema frenante della cabina, che si ripeteva ogni due, tre minuti".

 


 

 

La decisione di non bloccare la funivia - E anche quel giorno decise di "lasciare inseriti i forchettoni rossi cosiddetti blocca freni", scrivono i magistrati. E questo è accaduto "molte volte, in modo pressoché abituale quanto meno nel corso dell' ultimo mese, da quando l'impianto ha riaperto al pubblico, al fine di ovviare ai problemi che con cadenza sempre più frequente si verificavano nel funzionamento del sistema frenante".

 

Quell'anomalia, in realtà, si verificava da mesi, anche durante il lockdown, quando l' impianto veniva messo periodicamente in movimento. Stando alle ipotesi investigative, la fune era danneggiata e si sarebbe staccata la parte attaccata alla cabina: per allertare su ciò scattava il freno di emergenza, inibito dall' utilizzo del forchettone.

 

"L' ultima cosa al mondo che avrei immaginato è che si rompesse il cavo trainante, ma le pompe idrauliche fermavano il freno, temevo che la cabina i fermasse a metà percorso e fosse necessario calare a terra i passeggeri con i cestelli", si è giustificato Tadini davanti agli inquirenti.

 

Funivia Stresa Mottarone: che cos'è il "forchettone" e come si usa

E' una piastra metallica, pesa cinque chili. Si tratta di una piastra di metallo che viene inserita manualmente nella parte alta del carrello della cabina dove ci sono le rulliere (quella sorta di rotelle che scorrono sulla fune) e che viene utilizzata per tenere forzatamente in posizione aperta proprio i freni di emergenza. 

Ma perché si utilizzano? Servono per esigenze di manutenzione dunque ad esempio per lavori sulle funi, ingrassaggi dei cavi o prove di carico o della linea. Oppure anche per altri motivi: ad esempio per riportare a valle a fine giornata la cabina che è a monte senza correre il rischio che per un qualsiasi motivo questa possa bloccarsi lungo la linea, magari con l'operatore che lavora nella stazione a monte e che deve rientrare a casa. I forchettoni servono per intervenire esclusivamente sui freni di emergenza: quelli "normali", che servono a fermare la cabina quando arriva in stazione, si trovano sulle pulegge, quelle grandi ruote sulle quali scorre la fune traente che si trovano in tutte le stazioni di funivie, cabinovie o seggiovie.

Il forchettone non doveva essere dove è stato trovato: generalmente si trovano nelle stazioni di arrivo e partenza e vengono messi manualmente, non sono pezzi "organici" delle cabine. 

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