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Piacenza, l'appello della Ausl: "Cerchiamo i parenti delle vittime Covid, abbiamo fedi, foto biglietti da rendere"

Dalle fedi nuziali di una coppia a una foto di famiglia con appiccicato un post-it: "Ciao mammona, stai tranquilla. Ci vediamo presto"

Un'immagine che ritrae tre persone in un momento felice accompagnata da un post-it giallo: "Ciao mammona, stai tranquilla. Ci vediamo presto. Un bacione". Le fedi nuziali di una coppia (Pasqualina e Giovanni). Una scatolina bianca che contiene un piccolo ciondolo. Sono solo alcuni dei centinaia di effetti personali dei piacentini morti per Covid trovati in ospedale. Storie più che oggetti, che l'Ausl di Piacenza sta cercando di restituire ai parenti delle vittime: "Noi ci speriamo ancora: se qualcuno riconoscesse questi oggetti e volesse richiederli, ovviamente fornendo una descrizione utile per identificarli, può contattarci tramite l'Urp. Non ci arrendiamo e continueremo a cercare".

"Ce l'abbiamo messa tutta per restituire gli oggetti, oltre 500 grandi sacchi con indumenti e oggetti e un centinaio di buste più piccole, contenenti valori, alcuni molto preziosi, come orologi e gioielli, altri che invece hanno avuto un grande significato affettivo per chi ha perso un genitore, un coniuge o un familiare - spiegano Gabriella Di Girolamo (Direzione delle professioni sanitarie), Elisabetta Tinelli e Manola Gruppi (Affari legali Ausl) - Ci sembrava etico fare ogni sforzo possibile e siamo andati incontro ai parenti con il massimo impegno, anche se tutto questo percorso ha richiesto tempi lunghissimi e sollevato ancora tantissimo dolore per tutti. Ma era doveroso. La stragrande maggioranza degli oggetti è stata restituita, qualcosa - ne siamo consapevoli - è andato probabilmente perso nella concitazione dei primi momenti dell'emergenza o nei passaggi tra i vari reparti o strutture sanitarie".

 

E' infatti da inizio pandemia che il personale della Ausl cerca di restituire gli effetti personali delle vittime. Per avviare le "indagini" necessarie alla restituzione l'azienda sanitaria ha creato addirittura un team ad hoc, coordinato da Di Girolamo. "Consegnare questi beni ai parenti si è rivelato un momento molto toccante ma anche un'operazione faticosa e dolorosissima - spiega Di Girolamo al quotidiano piacentino Libertà - D'altro canto quella di non eliminare i sacchi con gli indumenti personali e tantomeno gli effetti personali è stata una scelta anzitutto etica. Ci sono persone alle quali ha dato conforto avere indietro anche solo la camicia da notte della madre per serbarne un ricordo".

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