Perugia, il luogo dell'accoltellamento del 23enne Hekuran Cumani
© Withub
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Hekuran Cumani è morto con una coltellata al petto dopo una rissa
Diversi giovani sono stati iscritti nel registro degli indagati per la rissa a Perugia nella quale è morto Hekuran Cumani, il ventitreenne di Fabriano (Ancona) ucciso in un parcheggio della zona universitaria con una coltellata al petto. Secondo quanto riferito dai media locali, si tratta di giovani che sono stati sentiti in questura subito dopo la lite e che sono stati assistiti dagli avvocati. Rissa, lesioni e minacce i reati che sarebbero ipotizzati. Tra gli elementi ancora da chiarire, le cause della lite scoppiata al termine della festa in un locale vicino a dove il giovane è stato trovato morto.
Si tratterebbe di un'indagine complessa quella condotta dalla polizia di Perugia sull'omicidio di Hekuran Cumani. Resa particolarmente difficile dal fatto che non si conoscevano tra loro gli appartenenti ai due gruppi coinvolti nello scontro sfociato nel delitto. La squadra mobile sta mettendo insieme i vari elementi per arrivare a delineare il quadro e individuare chi ha sferrato la coltellata mortale.
Sembra infatti che sul luogo del delitto, un parcheggio non sorvegliato antistante il dipartimento di Matematica dell'Università degli Studi, non ci siano telecamere di sorveglianza. Così come nel resto dell'area alle porte del centro perugino. Le uniche telecamere si troverebbero all'interno del locale, ma non avrebbero fornito spunti particolarmente utili per l'indagine. Gli investigatori avrebbero sentito a lungo anche il fratello della vittima, rimasto leggermente ferito, ma nemmeno da lui sarebbero arrivati elementi decisivi.
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Non si trova neanche il coltello con il quale è stato colpito Cumani, cittadino italiano nato da genitori albanesi, coinvolto in una lite innescata probabilmente all'interno della discoteca e poi degenerata in rissa e delitto fuori. Uno scontro per "futili motivi" tra due gruppi, uno di ragazzi arrivati dalle Marche, l'altro composto da giovani italiani di prima e seconda generazione di Perugia, che non si conoscevano e, stando a quanto emerso finora dalle indagini, che non hanno nulla a che fare con bande criminali. Le verifiche hanno anche accertato che nessuno dei due gruppi aveva il coltello, che è dunque stato portato da una persona, probabilmente chiamata dal gruppo di perugini e arrivata successivamente.