L'autopsia ha rivelato che la vittima è stata colpita con estrema violenza, con pugni a volto, testa e corpo e poi soffocata stringendole il collo tra braccio e avambraccio.
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È stato condannato a 15 anni e 8 mesi il giovane di Viadana (Mantova) che a settembre, ancora minorenne, uccise la 42enne Maria Campai, di origini romene e residente a Parma, conosciuta su un sito online di incontri. Le indagini avevano portato al fermo poco dopo il ritrovamento del corpo della donna, nel giardino di una villa disabitata vicina a dove il giovane viveva e dove i due si erano incontrati. "Volevo scoprire cosa si prova a uccidere - aveva detto agli investigatori -, l'ho fatto con una mossa di wrestling".
Il 19 settembre dello scorso anno Maria era stata accompagnata da Parma a Viadana. Poi non si erano più avute sue notizie. Per una settimana i familiari, in particolare la sorella, avevano cercato Maria, che era stata uccisa nel garage di casa che l'allora 17enne aveva trasformato in palestra per gli allenamenti di arti marziali, dopo che avevano consumato un rapporto intimo.
L'autopsia ha rivelato che è stata uccisa con estrema violenza, colpita con pugni a volto, testa e corpo e poi soffocata stringendole il collo tra braccio e avambraccio. Lei si sarebbe difesa e lui l'avrebbe picchiata ancora, tanto che sul corpo sono stati rilevati molti traumi. Il giovane aveva poi spostato il corpo nell'adiacente giardino di una villa abbandonata, lasciandolo sotto un albero e ricoprendolo di foglie e arbusti per nasconderlo. Lì è rimasto per sette giorni, durante i quali il 17enne ha condotta la sua vita come se nulla fosse, dividendosi tra la scuola e la palestra. E' stata la sorella di Maria che lo ha riconosciuto come l'ultimo accompagnatore della 42enne e poi è stato lui a indicare ai carabinieri dove trovare il corpo.