"Meglio morire che tornare in Libia". Così i tre sopravvissuti del naufragio al largo di Tripoli, costato la vita a 117 persone. Sotto shock, in ipotermia e traumatizzati, i superstiti sono stati accolti a Lampedusa. Hanno raccontato delle "violenze e gli abusi" cui sono stati sottoposti in Libia. "Siamo rimasti tre ore in mare, sperando che qualcuno si accorgesse di noi", hanno detto ai soccorritori.