Arresti domiciliari per una coppia di coniugi di Castellammare di Stabia, che, in concorso, avrebbero sottratto all'Inps 150mila euro
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Per 20 anni si è finto cieco, incassando dall'Inps una maggiore pensione e relativa indennità di accompagnamento, per un importo superiore complessivamente a 150mila euro. A smascherarlo la guardia di finanza. Arresti domiciliari, così, per una coppia di coniugi di Castellammare di Stabia (Napoli). I due sono indagati per i reati di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e falso ideologico in atti pubblici mediante induzione in errore di medici inquadrati in strutture pubbliche, relativi alla pensione di invalidità e all'indennità di accompagnamento erogate.
Le indagini della guardia di finanza della compagnia di Castellammare di Stabia e coordinate dalla Procura di Torre Annunziata avevano già portato, il 29 novembre 2024, all'esecuzione di un decreto di sequestro preventivo per l'importo di 124.794,05 euro nei confronti dei coniugi che, in concorso tra loro, avevano fatto in modo che il marito venisse riconosciuto falsamente cieco assoluto, sebbene fosse solo ipovedente.
I finanzieri hanno accertato la capacità dell'uomo di orientarsi in luoghi pubblici affollati e negli spazi, anche non frequentati quotidianamente, senza mostrare alcun tipo di impedimento o indecisione, nonché di svolgere quotidiane operazioni, come le interazioni con uno sportello bancomat o il riporre il denaro nel proprio portafogli dopo aver ricevuto, e controllato, il resto per una commissione effettuata in un esercizio commerciale. Tutto ciò è incompatibile con una condizione di cecità assoluta.
All'atto della visita medica di revisione disposta dall'Inps, poi, arrivata a seguito di comunicazione da parte della guardia di finanza stessa, gli arrestati hanno insistito nel far ritenere l'uomo completamente non vedente e quindi non autonomo, anche mediante la presentazione degli esiti di una visita oculistica, non approfondita, che aveva basato la diagnosi su un esame strumentale risalente al 2010, ritenuto falso, effettuato appena 3 mesi dopo e da parte di un altro sanitario, rispetto all'analogo esame effettuato dall'Inps all'esito del quale l'indagato era stato declassato a cieco parziale.
Tutte condotte che hanno tratto in inganno la commissione medica giudicatrice che, benché a conoscenza dell'esistenza di un'indagine per il delitto di truffa aggravata ai danni dello Stato per la simulazione di cecità totale, in maniera evidentemente non sufficientemente approfondita non ha ritenuto necessaria la prescrizione di ulteriori esami strumentali e ha confermato la condizione di cecità assoluta dell'uomo.
In particolare, un dirigente di medicina legale dell'Asl Napoli 3 Sud, già parte della commissione che aveva escluso la condizione di cecità assoluta dell'uomo, un medico oculista e un consulente tecnico della Procura, al termine della visione di alcune riprese video dell'uomo, hanno affermato che il soggetto destinatario della misura cautelare aveva posto in essere azioni assolutamente incompatibili con la condizione di cecità assoluta.