DEPOSITATA LA SENTENZA

Mimmo Lucano dichiarato decaduto da sindaco di Riace

"La resistenza continua. Ormai ci ho fatto l'abitudine e non mi arrendo", è il commento a caldo del primo cittadino del Comune in provincia di Reggio Calabria. I giudici, nei suoi confronti, hanno applicato la legge Sverino, a causa della condanna ad un anno e mezzo di reclusione per falso comminatagli nel processo "Xenia" 

01 Lug 2025 - 20:18
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Il tribunale di Locri, in applicazione della legge Severino, ha dichiarato decaduto Mimmo Lucano da sindaco di Riace. La sentenza è stata depositata dai giudici, che hanno accolto il ricorso presentato al tribunale civile dalla prefettura di Reggio Calabria in seguito alla condanna definitiva a 18 mesi di reclusione per falso, con pena sospesa, comminata a Lucano nell'ambito nel processo "Xenia" sui presunti illeciti nella gestione dell'accoglienza dei migranti a Riace. Lucano è parlamentare europeo, eletto con la lista Alleanza Verdi e Sinistra.

"Resto sindaco fino a condanna definitiva"

 "La resistenza continua. Ormai ci ho fatto l'abitudine. E non mi arrendo", ha detto il primo cittadino di Riace dopo la decisione del tribunale di Locri. Lucano, ha detto lui stesso, resterà comunque sindaco e continuerà ad esercitare le funzioni fino a quando la condanna non diventerà definitiva con l'eventuale conferma da parte della Corte di cassazione.

La sentenza

 Con la dichiarazione di decadenza i giudici di Locri hanno accolto il ricorso che era stato presentato al tribunale civile dalla Prefettura di Reggio Calabria in seguito alla condanna per l'unico capo d'imputazione per il quale Lucano é stato giudicato colpevole rispetto ai 19 contestatigli originariamente. Il falso per il quale Lucano è stato condannato riguarda una delle 57 delibere che erano oggetto dell'inchiesta condotta dalla Procura di Locri. Un unico episodio di falso che, secondo la Prefettura di Reggio Calabria, ha fatto scattare l'ineleggibilità di Lucano e, di conseguenza, la sua decadenza. Nella sentenza emessa dal tribunale di Locri si afferma, in particolare, che "le condotte ascritte a Lucano concernono una tipologia di reato che non può che concretizzarsi nell'esercizio delle funzioni pubbliche e in violazione dei doveri che discendono dalla pubblica investitura, dalla descrizione normativa della fattispecie stessa e dal capo di imputazione".

"Presenteremo appello"

 Nel corso del procedimento civile i difensori di Lucano, gli avvocati Andrea Daqua e Giuliano Saitta, avevano contestato la richiesta di decadenza avanzata dalla Prefettura, sostenendo che il falso addebitato non rientra tra quelli previsti dalla legge Severino in quanto, la normativa "richiede, oltre al requisito della condanna e alla reclusione per un periodo superiore ai sei mesi, anche la verifica in concreto della sussistenza dell'abuso dei poteri o della violazione dei doveri inerenti a una pubblica funzione o a un pubblico servizio". "L'unico reato che mi può essere contestato - ha detto ancora Lucano commentando la sentenza del tribunale di Locri - è di avere proposto una soluzione umana rispetto a una narrativa che giustifica la protezione dei confini e la percezione dei migranti come i nemici. Per Riace, invece, sono stati preziosi cittadini. Ovviamente con i miei legali presenteremo appello contro questa sentenza, che reputo assolutamente ingiusta".

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