La rimodulazione dell'imposta interesserà tutto il prossimo anno, in coincidenza con i Giochi di Milano-Cortina, secondo quanto previsto dal decreto legge del 29 ottobre 2025
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A Milano nel 2026, in vista delle Olimpiadi invernali, la tassa di soggiorno raddoppierà. La misura, approvata dalla giunta comunale, prevede infatti un prelievo di 10 euro a notte nelle strutture alberghiere di fascia alta. L'imposta, applicata dal primo gennaio 2026, prevede i 10 euro negli hotel a 4-5 stelle, 7,4 euro in quelli a 3, 5 euro per le 2 stelle e 4 euro negli alberghi a una stella. Il contributo sarà di 9,5 euro nelle case vacanza, nelle locazioni brevi e nei b&b. E ancora, di 7 euro in case per ferie, di 3 euro negli ostelli per la gioventù e nelle aziende ricettive all'aria aperta. Una decisione che suscita timori nel settore, con Federalberghi Milano che esprime forte preoccupazione per gli effetti della misura.
L'aumento dell'imposta di soggiorno arriva in un anno particolare per la città, che nel 2026 ospita una parte rilevante delle competizioni dei Giochi olimpici e paralimpici invernali di Milano-Cortina. L'obiettivo della misura è adeguare le tariffe ai livelli previsti dal decreto legge del 29 ottobre 2025, che autorizza un incremento straordinario del tributo fino a cinque euro per notte nelle città coinvolte negli eventi sportivi. Il provvedimento consente così ai Comuni di sostenere la pressione turistica prevista per il periodo olimpico, in un contesto caratterizzato da flussi in crescita e da una domanda di servizi pubblici più elevata.
Il nuovo schema tariffario definisce con precisione gli importi applicati nelle diverse tipologie di strutture. Gli hotel a quattro e cinque stelle rappresentano il segmento in cui il prelievo raggiunge il valore massimo, pari a 10 euro a notte. Le strutture a tre stelle applicano 7,4 euro, mentre quelle a due stelle prevedono 5 euro. Gli alberghi a una stella si attestano sui 4 euro. Per quanto riguarda le sistemazioni extra-alberghiere, la tassa ammonta a 9,5 euro per case vacanze, locazioni brevi e bed&breakfast, scende a 7 euro nelle case per ferie e arriva a 3 euro negli ostelli e nelle strutture all’aria aperta. Il quadro complessivo evidenzia quindi una rimodulazione generalizzata del tributo, che coinvolge l'intero comparto ricettivo.
La base normativa del provvedimento è contenuta nel decreto legge del 29 ottobre 2025, che introduce la possibilità di incrementare la tassa di soggiorno in occasione dei Giochi. La disposizione riguarda i Comuni della Lombardia e del Veneto situati entro trenta chilometri dalle sedi di gara. L'obiettivo è garantire un sostegno finanziario adeguato alle amministrazioni locali impegnate nell'organizzazione degli eventi, riconoscendo il ruolo centrale del turismo nella gestione dei flussi legati alla manifestazione. Il decreto prevede inoltre limiti massimi uniformi, così da mantenere un equilibrio tra le diverse aree coinvolte.
Il decreto specifica che il gettito aggiuntivo derivante dall’aumento della tassa viene suddiviso in due quote. La prima metà resta nelle disponibilità del Comune, che la può destinare agli impieghi già previsti dalla legge istitutiva del 2011: interventi in ambito turistico, sostegno alle strutture ricettive, manutenzione e valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale. L'altra metà viene invece acquisita dal bilancio dello Stato, con destinazione vincolata al finanziamento delle attività connesse allo svolgimento dei Giochi olimpici e paralimpici. Il sistema di ripartizione punta così a sostenere sia le esigenze locali sia l'organizzazione generale dell'evento.
Le associazioni del settore manifestano forte preoccupazione per l'impatto dell’aumento. Maurizio Naro, presidente di Federalberghi Milano, evidenzia come la misura "rischi di distruggere quello che si è costruito in 25 anni per rendere la città una destinazione mondiale per i congressi e per il turismo business". La modifica delle tariffe, secondo l'associazione, potrebbe incidere su un comparto che rappresenta una componente strategica dell'offerta cittadina.
"Milano non è solo una meta di turismo di piacere ma anche di affari e non si penserà a un'esenzione per il turismo congressuale temiamo che Milano possa perdere la sua leadership - aggiunge Naro -. L'aumento rischia di provocare danni e se lo avessimo fatto noi sicuramente il sindaco Sala ci avrebbe attaccato".
Preoccupazioni arrivano anche dal comparto extralberghiero. Francesco Zorgno, presidente di Rescasa Lombardia, definisce l'aumento "un provvedimento grave" per case vacanza, locazioni brevi e bed&breakfast, dove la tariffa raggiunge i 9,5 euro. Secondo Zorgno, "così si compromette in modo grave la capacità ricettiva di Milano e si condiziona quella che sarà la ricettività anche dopo i Giochi olimpici". Inoltre, ci sarà "la riduzione di quello che era un trend positivo - sottolinea -. Le persone non rimarranno più a dormire a Milano e ci sarà un turismo mordi e fuggi. Quindi è una decisione miope anche dal punto di vista economico, perché se si pensava di fare cassa non sarà così, visto il minor numero di viaggiatori".
L'adeguamento delle tariffe incide in modo diretto sul mercato dell'ospitalità. L'aumento del tributo, limitato al solo 2026, si inserisce in un contesto in cui le prenotazioni attese per i mesi dei Giochi risultano già elevate. Secondo le valutazioni tecniche, l'imposta aggiornata dovrebbe contribuire a finanziare gli interventi necessari alla gestione dei flussi, senza compromettere la capacità attrattiva della città. Le strutture ricettive, soggette a un sistema tariffario differenziato per categoria, si confrontano così con un quadro regolatorio definito e con un orizzonte temporale chiaro, che permette di programmare l'offerta in vista dell’anno olimpico.
L'applicazione delle nuove tariffe partirà dal primo gennaio 2026 e resterà in vigore per tutto l’anno olimpico.