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Migranti, vince il Viminale: a migliaia trasferiti nelle regioni leghiste

La replica del governatore Maroni: "Governo incapace, guerra sia"

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-afp

Il braccio di ferro tra Viminale e governatori della Lega finisce uno a zero per Roma. Sarà proprio la Lombardia di Roberto Maroni a dover ospitare il maggior numero di migranti nelle strutture governative. Se a febbraio nella regione leghista venivano accolti solo il 9% del totale, oggi siamo al 13%. E anche il Veneto di Luca Zaia è salito dal 3 al 7%, con i migranti cresciuti da 2.494 a 6.148.

Risale ad aprile una circolare del ministero del dipartimento per l'Immigrazione alle prefetture perché si trovassero 6mila posti per i migranti. La risposta era stato un no su tutti i fronti dalle Regioni, con accuse al governo per la politica sull'immigrazione. Così era cominciato il braccio di ferro, rievocato in un articolo sul "Messaggero". L'ipotesi di requisire siti da parte del ministero, le reazioni dei presidenti, Luca Zaia e Maroni in prima linea, con toni molto pesanti.

I numeri delle Regioni - L'ultima parola però l'ha avuta il Viminale, con Lombardia e Veneto che hanno dovuto prendersi in carico nei loro territori un gran numero di immigrati. Oggi in Lombardia ci sono 11.485 persone ospitate nelle strutture, mentre in Sicilia i numeri sono molto scesi. A febbraio l'isola ospitava il 22% del totale (13.999), oggi è scesa al 15% (14.137). Al terzo posto il Lazio, con 8.312 persone (dal 12% scende a l9%), poi la Campania, all'8%. Sale nella classifica anche il Piemonte, dove vanno il 7% del totale (oggi 6.272 contro i 3.566 di febbraio). Ultima la Valle d'Aosta: a febbraio c'erano 61 migranti, oggi ce ne sono 151, cioè lo 0,2%.

La replica di Maroni: "Sia guerra" - "Sull'immigrazione un governo incapace non sa fare altro che imporre con la forza invio di clandestini nelle Regioni di centrodestra. E guerra sia", scrive sul proprio profilo Twitter il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni. Poco prima il governatore, parlando dell'emergenza immigrazione, aveva commentato: "Condivido le parole del presidente della Cei, Angelo Bagnasco, che denuncia, come faccio io da tempo, l'incapacità dell'Onu e della Comunità internazionale di affrontare con decisione la questione immigrazione".