i genitori trasferiscono i figli altrove

Mestre, in una scuola elementare solo dieci italiani su 61 allievi: è polemica

Molti genitori stanno trasferendo i figli altrove: "Si è arrivati a creare un ghetto. La maggior parte dei bambini non conosce la nostra lingua ed è impossibile discutere di integrazione". Il caso arriva in Comune

26 Set 2025 - 11:53
 © Ansa

© Ansa

E' polemica in una scuola primaria di Mestre per l'alto numero di stranieri presenti. Su 61 iscritti solo un quinto ha la cittadinanza, circa una decina, e di questi solo uno ha i genitori italiani da più generazioni. Accade alla scuola primaria “Cesare Battisti”, uno dei cinque plessi del comprensivo “Caio Giulio Cesare”, noto da sempre  in città per l’altissima concentrazione di studenti con background migratorio. Ma questa volta i numeri sono aumentati ancora, scatenando divisioni e polemiche. Alcuni genitori hanno deciso di portare i loro figli in un altro istituto, ma anche all'interno del consglio la discussione è accesa.

La posizione dei genitori - Si è arrivati a creare una scuola-ghetto - è il commento di alcune mamme e papà riportato da Il Gazzettino - e tutto a fronte di un eccezionale impegno del personale scolastico per cercare di affrontare le difficoltà derivate dagli inserimenti degli stranieri. Non è un discorso di 'quote', ma bisogna riconoscere che tanti alunni e famiglie che arrivano, forse per la maggior parte, non parlano italiano. E senza lingua è impossibile discutere di integrazione".

I dubbi del consiglio d'istituto - La situazione appare difficile anche per il consiglio di istituto: "Da tempo poniamo in evidenzia come la concentrazione sostanzialmente monoculturale degli alunni che non sono "italofoni" meriti davvero una attenta riflessione su scala cittadina – spiega il presidente del Consiglio d’istituto Carlo Pagan su il Corriere del Veneto –. Il Consiglio ritiene che tale contesto sia davvero controindicato e può ostacolare ai bambini di integrarsi nel Paese in cui vivono, in una scuola che si è distinta per un'offerta formativa eccellente per tutti, anche per una reale capacità di accoglienza dei neoarrivati non italofoni". 

Il caso arriva in Comune - Per questo lo stesso consiglio ha contattato il Comune di Venezia per discutere del caso con l'assessore di riferimento e con il sindaco Luigi Brugnaro. Quella della formazione delle classi è un tema sollevato anche dall'assessore alla Coesione sociale di Venezia, Simone Venturini, secondo il quale dovrebbe "essere richiamato il ruolo del Ministero e degli Uffici scolastici perchè, nonostante i salti mortali ed un impegno davvero 'eroico' degli insegnanti, con questi numeri nelle classi anch'io credo che non si possa parlare di 'integrazione'"

Commenti (0)

Disclaimer
Inizia la discussione
0/300 caratteri