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Mafia nigeriana, estradata in Italia la leader Jeff Joy: era fra 100 latitanti più pericolosi

La 48enne, ricercata dal 2010 anche in campo internazionale, era stata arrestata in Nigeria il 4 giugno 2022.


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La leader della mafia nigeriana Jeff Joy, ricercata dal 2010 anche in campo internazionale e ritenuta tra i 100 latitanti più pericolosi, è stata estradata ed è arrivata all'aeroporto di Ciampino.

La 48enne è stata condannata in via definitiva alla pena di tredici anni di reclusione per i reati di associazione per delinquere, riduzione in schiavitù, tratta di persone, sfruttamento della prostituzione. Era stata arrestata in Nigeria il 4 giugno 2022.

 

E' terminata così, con l'arrivo all'aeroporto di Roma Ciampino, la lunga latitanza di Jeff Joy, esponente di spicco della mafia nigeriana, una delle poche donne inserite nell'elenco dei 100 latitanti pericolosi.

 

 

La mafia nigeriana, per la sua pericolosità e la rete internazionale su cui opera è considerata una delle organizzazioni criminali emergenti più potenti al mondo, tanto da essere oggetto di un monitoraggio capillare in ogni Paese da parte dell'Interpol.

 

 

Da quanto risulta dalle indagini svolte dal 2006 al 2007 dalla Squadra Mobile di Ancona, Jeff Joy aveva un ruolo di primo piano nel favorire l'arrivo in Italia, Olanda e Spagna, di ragazze nigeriane che venivano avviate al business criminale della prostituzione con l'uso di violenze e minacce di ogni genere, estese anche ai familiari rimasti in patria.

 

 

Il 4 giugno 2022, la latitante era stata arrestata in Nigeria dai locali servizi di intelligence al termine di un'intensa attività di ricerca svolta anche con missioni in Nigeria da parte di funzionari del Servizio per la cooperazione internazionale di polizia (SCIP). La localizzazione di Jeff Joy era stata frutto della collaborazione assicurata dall'Esperto per l'Immigrazione italiano in Nigeria che ha sostenuto l'azione delle forze di polizia locali per individuare il luogo dove la donna viveva.

 

L'estradizione della maman nigeriana, che rappresenta un unicum nei rapporti fra l'Italia e la Nigeria essendo il primo caso pilota nell'attuazione del Trattato di estradizione entrato in vigore nel 2020, è stata possibile grazie all'attività svolta in loco dalla magistratura inquirente nigeriana e all'impulso dell'ambasciatore italiano in Nigeria in collaborazione con il ministero della Giustizia italiano.

 

"L'Africa si conferma oggi un'area strategica per la ricerca latitanti e il contrasto al crimine organizzato. I Paesi africani in via di sviluppo rappresentano poi dei luoghi elettivi per il riciclaggio dei capitali illeciti della criminalità organizzata e l'Italia è impegnata a livello internazionale per agevolare, attraverso strumenti penali ed amministrativi, il tracciamento dei patrimoni illeciti delle mafie per il loro sequestro e confisca", ha sottolineato a margine dell'operazione il prefetto Vittorio Rizzi, Direttore centrale della polizia criminale da cui dipende la cooperazione internazionale operativa di polizia.

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