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Maestra licenziata dopo foto hard, la direttrice disse alle colleghe: "Fatela sbagliare, la voglio mandare via"

Il messaggio WhatsApp è stato ascoltato in tribunale durante il processo alla dirigente dellʼasilo nido di Torino, accusata di diffamazione e violenza privata

Voleva mandarla via a tutti i costi e cercava un pretesto per farlo. Sarebbe stato questo l'intento della dirigente scolastica dell'asilo nido di Torino in cui lavorava la giovane insegnante poi licenziata per le immagini hard diffuse dal fidanzato in chat. La voce della direttrice è in un file audio del gruppo WhatsApp della scuola, ascoltato in tribunale nel processo in cui la donna è sotto accusa per diffamazione e violenza privata. 

"Non darà le dimissioni - dice secondo la registrazione -: cercate di indurla a fare qualcosa di sbagliato così lo prendo come pretesto per mandarla via. Fatemi 'sta cortesia, io non so più cosa fare. Ce l'ho a morte con lei e non voglio nemmeno vederla". Sono queste le parole della direttrice, come riferisce il "Corriere della Sera". Sotto accusa nello stesso procedimento anche la mamma di un bambino, che avrebbe fatto circolare le foto. 

 

Dai messaggi resi pubblici sembra insomma evidente che la direttrice chiedesse aiuto alle insegnanti per raggiungere il suo scopo: quella maestra andava mandata via per tutelare il buon nome dell'asilo e quindi bisognava metterla nelle condizioni di fare un errore. 

 

In effetti, l'ipotesi dà un senso preciso anche alla successione degli eventi. Il 26 marzo 2018 la maestra scopre che l'ex ha pubblicato le foto hard sulla chat del calcetto. Il giorno dopo racconta quanto accaduto alla dirigente, che la invita a licenziarsi perché "incompatibile con il lavoro di educatrice". Se si fosse dimessa, aggiunge, "non avrebbe avvisato le altre strutture" altrimente "avrebbe avuto un marchio per tutta la vita". 

 

La giovane non si arrende ma la direttrice la convoca con le altre colleghe e la "sottopone a una gogna pubblica". La giovane cerca inutilmente di difendersi e alla fine si dimette. Il 20 marzo però, dopo aver sentito un legale, decide di non convalidare le dimissioni. Ed è a questo punto che la direttrice invia i due messaggi vocali alle altre maestre spiegando che la donna rientrerà al lavoro ma aggiungendo anche: "Sarà una guerra, ci vuole portare in tribunale. Fatele fare qualcosa di sbagliato. Non voglio nemmeno vederla".  

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