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Il gip ha disposto la sostituzione della misura cautelare in carcere con il divieto di dimora a Milano, Varese e Pavia, che l'uomo dovrà lasciare entro 48 ore, e il divieto di avvicinamento al nipote
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È stato arrestato e subito scarcerato Shmuel Peleg, nonno materno del piccolo Eitan, unico sopravvissuto al crollo della funivia del Mottarone. Su Peleg, accusato del sequestro del nipote avvenuto l'11 settembre di un anno fa, pendeva da mesi l'ordinanza di custodia in carcere emessa dai magistrati di Pavia e un mandato d'arresto internazionale. L'uomo "si è presentato mercoledì mattina spontaneamente a Malpensa", come riferito dall'avvocato Sevesi che lo assiste con la collega Sara Carsaniga. Ad attenderlo c'erano i legali e gli agenti della Squadra mobile per eseguire l'arresto. Una procedura, in pratica, "concordata". È stato poi sottoposto a interrogatorio di garanzia in tribunale a Pavia. Al termine, il gip ha sostituito la custodia cautelare in carcere con il divieto di dimora a Milano, Varese e Pavia, che l'uomo dovrà lasciare entro 48 ore e dove il bambino vive con gli zii paterni e i cuginetti. Disposto anche il divieto di avvicinamento al nipote. Nelle prossime ore Peleg farà rientro in Israele.
Peleg è accusato di aver sottratto Eitan alla tutrice dell'epoca, la zia paterna Aya Biran, portandolo in Israele, dove è rimasto per tre mesi, fino alla decisione del Tribunale di Tel Aviv di farlo tornare in Italia. Con il suo presunto complice, l'autista Gabriel Abutbul Alo, è accusato di sequestro di persona aggravato, sottrazione e trattenimento di minore all'estero e appropriazione indebita di passaporto.
"Pensavo di avere il diritto a stare con lui" - "Pensavo di avere diritto di stare con mio nipote, di aver fatto una cosa lecita. Il piccolo è sempre stato bene con me, non l'ho mai nascosto, appena siamo arrivati a Tel Aviv ho informato subito la zia Aya e le autorità locali", si è difeso nell'interrogatorio, durato circa tre ore. L'uomo ha ribadito ciò che più volte aveva detto anche in alcune interviste, respingendo l'accusa di aver rapito il nipote.
Subito portato dall'aeroporto in tribunale, "davanti al gip senza manette e per tre ore ha fornito spiegazioni su tutto, compresi gli aspetti affettivi e sentimentali di questa vicenda", ha spiegato ancora Sevesi. In pratica, per Peleg è stata applicata la stessa procedura seguita per il presunto complice, Gabriel Abutbul Alon, il quale, estradato in Italia, è stato interrogato e poi scarcerato, ma col divieto di dimora nei luoghi prossimi a Milano e a Pavia, dove il bambino vive. Intanto, dopo la chiusura dell'inchiesta a luglio a carico dei due, si va verso la richiesta di processo.