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Omicidio a Treviglio, i vicini: "Silvana Erzemberger diceva di avere una pistola e che un giorno o l'altro l'avrebbe usata"

Qualcuno racconta un precedente dell'estate scorsa: "Quella donna aveva inseguito la Leoni con un grosso bastone". Ma il porto d'armi, concesso per uso sportivo, non le era stato revocato

Ai vicini aveva confidato più volte di avere una pistola e che "prima o poi l'avrebbe usata".

E' quanto dicono a Bergamonews alcuni abitanti di Treviglio (Bergamo), riferendosi a Silvana Erzemberger, la donna arrestata per aver sparato e ucciso Luigi Casati e ferito gravemente la moglie Monica Leoni, per contrasti, pare, legati al cane della coppia. E alcuni di loro si chiedono perché, dopo la denuncia dell'estate 2021, quando la Erzembergher avrebbe inseguito la Leoni con un grosso bastone, non le sia stato revocato il porto d'armi.

 

Una vicina: "Continui litigi con quella coppia" - I vicini interpellati dicono di non aver mai avuto problemi con quella donna, vedova, che da tempo litigava invece, pare appunto per la gestione del cane, con i coniugi. Anna Leoni, una vicina omonima della moglie della vittima, spiega: "Ogni scusa era buona per litigare. E sì, la donna non nascondeva di avere una pistola". Probabilmente però nessuno pensava che sarebbe stata davvero capace di usarla. 

 

 

I testimoni oculari - Gianluca Rossoni ha sentito molto bene i colpi di pistola: "Credevo fossero petardi, poi ho visto Monica e Luigi stesi a terra. Abbiamo subito chiamato il 118 e ci siamo barricati in casa". Francesca Turiani ha visto la sparatoria: "Una donna aveva l'arma in mano e la puntava contro l'uomo già a terra. Poi è arrivata la moglie e a quel punto la donna ha sparato anche a lei". 

 

Bergamo, lite tra vicini per il cane: un morto | La moglie gravemente ferita

 

Il precedente dell'inseguimento e il porto d'armi non revocato - Poi c'è quel precedente dell'inseguimento con il bastone: la Erzemberger aveva colpito la Leoni ed era partita la denuncia. Perché non c'era stata la revoca del porto d'armi, concesso per uso sportivo? Il documento era stato prorogato, scrive il "Corriere della Sera", come è avvenuto per tutti i documenti in tempi di pandemia. E poi in questura non c'erano denunce contro di lei. Il fatto è che, quando la pattuglia era arrivata, non era stato possibile procedere all'identificazione. Probabilmente la vicenda non era apparsa così grave. 

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