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Covid e uffici pubblici, se il virus diventa un alibi per "lavorare male"...

Una città efficiente come Milano è diventata "il più eclatante esempio di inefficienza e con una struttura spesso incapace di svolgere il servizio che dovrebbe normalmente erogare". Ecco l''articolo-parodia pubblicato su Il Giornale d'Italia e firmato, appunto, Ugo Fantozzi

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Da una situazione di emergenza a un alibi per non svolgere correttamente il proprio lavoro. Così il virus potrebbe aver cambiato le cose, almeno negli uffici pubblici. Il Giornale d'Italia ha pubblicato un articolo-parodia firmato, appunto, Ugo Fantozzi "raccontando" l'esperienza di chi avrebbe vissuto una situazione paradossale in un ufficio di Milano. Un testo che sui social è diventato subito virale.

"Milano, Municipio 5. Le 10 di mattina di un giorno di Settembre 2021. Il povero Fantozzi si reca al Municipio 4 di viale Tibaldi di Milano per il rinnovo del permesso di parcheggio e di transito e sosta nell’area ZTL Ticinese - zona 6". Inizia così il racconto. E prosegue con i dettagli dell'incontro tra Fantozzi (Fantocci) e il dipendente dell'ufficio. Un ufficio vuoto, senza le consuete file alle quali eravamo abituati nel periodo pre-Covid. Nessun cartello all'interno, una persona all’ingresso e una subito dentro. Questo il dialogo tra i due pubblicato da Il Giornale d'Italia:

 

“Per il permesso di parcheggio nella sua zona non è più qui ma deve andare in Duomo”;

 

“Ok, grazie. Ma per la ZTL, che ho sempre fatto qui?”

 

“La ZTL è qui, ma deve prenotare”.

 

Guardo dietro l’operatrice la grande area dove ho sempre richiesto la ZTL con i 2 sportelli in fondo: è completamente vuota, nessuno di fronte agli sportelli, e il personale dietro.

 

“Mi perdoni – Duca Conte Barambani - ma non c’è nessuno, posso andare allo sportello per chiedere?”.

 

“No, non si può deve prenotare”.

 

“Mi scusi – eccellenza -, ma è vuoto, perchè devo prenotare, se sono già qui?”.

 

“Non si può! Deve telefonare!!”.

 

A quel punto i toni cambiano. Il signor Fantozzii fa notare che le risposte ricevute hanno poco senso, la sua interlocutrice si avvicina a un collega ribadendo che dovrebbe andare via e telefonare. "Mi stavo permettendo di chiedere ad un’operatrice di un servizio pubblico di eseguire il pubblico servizio per cui era pagata consentendomi di avere legittimamente il permesso per l’auto". Ma i due colleghi pubblici continuano a sostenere che deve andare via e telefonare. 

 

“Deve chiamare e prenotare!”

 

“Signora, è vuoto...”

 

“Non importa. Stiamo facendo operazioni di backoffice!”

 

“Mi scusi, ma è uno sportello pubblico, in orario di ufficio... Se vuole aspetto.”

 

Viene chiamata una vigilessa, che chiede a Fantozzi i documenti. Lui sottolinea che sta avanzando una legittima richiesta, richiesta non soddisfatta da due persone che dovrebbero lavorare senza nascondersi dietro l'alibi della situazione causata dal Covid. 

 

Poi, dopo aver ricevuto il numero di telefono, Fantozzi decide di chiamare per prenotare. E questo è quanto è accaduto.

 

Chiamo.... e risponde lei!

 

“Buongiorno, vorrei sapere per la ZTL”.

 

E lei: “Per che zona?’”

 

“Ticinese”

 

“Non è più qui, deve andare in piazza Beccaria”

 

“Signora, ma mi prende in gio? Sono io qui di fronte allo sportello”.

 

“Ancora lei!”

 

“Certo, e si vergogni. Non solo non lavora, mi fa telefonare a lei da davanti allo sportello per poi dirmi che non siete più voi”.

 

Un dialogo che porta a una triste conclusione: "La Milano efficiente. Diventata il più eclatante esempio di inefficienza e con una struttura spesso incapace di svolgere il servizio che dovrebbe normalmente erogare e per il quale è pagata da noi cittadini e contribuenti".

 

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