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Coronavirus, operatori infettati chiedono i danni al Trivulzio: "La dottoressa ci disse di togliere le mascherine"

Un operatore e un ausiliario: "Era il 14 marzo, ci disse di non creare scompiglio tra i pazienti". E gli anziani pranzavano in una sala comune...

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Mentre la procura di Milano indaga per capire cosa sia successo all'interno del Pio Albergo Trivulzio in relazione alla gestione dell'emergenza coronavirus, alla direzione della nota Rsa sono arrivate le prime due lettere di richiesta di risarcimento danni da parte dei lavoratori che si sono contagiati sul posto di lavoro: un operatore sociosanitario e un ausiliario socioassistenziale.

Nelle missive i dipendenti hanno fatto riferimento alla "mancata fornitura dei dispositivi di protezione individuali", ma anche all'ordine di "non indossare mascherine e redarguizione da parte del personale direttivo nel caso gli operatori sanitari indossassero in autonomia mascherine portate da casa".

 

Responsabile di tale circostanza, riporta Il Corriere della Sera, sarebbe stata la dottoressa V. che, il 14 marzo (quando in Lombardia si registrano già 5.630 ricoveri e quasi mille decessi per Covid-19), avrebbe imposto agli infermieri di togliere le mascherine per "non creare scompiglio tra degenti".

 

I due dipendenti infettati hanno parlato parlano ancora di "mancato isolamento degli ospiti con sintomatologia compatibile con il virus" e di assenza di "protocolli in riferimento ai degenti che presentavano patologie compatibili con i sintomi del virus".

 

Sempre secondo quanto riportato dal quotidiano, gli infermieri, in accordo coi medici del reparto, il 10 marzo avrebbero iniziato a fornire i pasti nelle stanze per evitare affollamenti nella sala comune. Ma, ancora una volta, la dottoressa V. avrebbe richiamato il personale e ripristinato il servizio nel salone almeno per il pranzo.

 

E poi ancora, continui spostamenti di pazienti e infermieri da un reparto all'altro e la mancanza di tamponi. Tutti fattori che avrebbero favorito la diffusione del contagio tra gli anziani pazienti e i dipendenti della struttura.

 

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