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Coppia acido, Martina Levato ammette due casi e difende Boettcher

Interrogata nel processo a Milano la 24enne nega il blitz contro Savi e accusa Andrea Magnani: "Mi propose di usare le armi". La ragazza "scioccata" dalle foto di Barbini sfigurato

Martina Levato
ansa

Martina Levato, interrogata nel processo a Milano su una serie di aggressioni con l'acido, ha ammesso solo gli attacchi contro Pietro Barbini e Giuliano Carparelli mentre ha negato il blitz contro Stefano Savi, il giovane, colpito per errore, fu scambiato per un ragazzo con cui la 24enne aveva avuto un rapporto sessuale. Nell'interrogatorio, ha poi difeso Alexander Boettcher. Il presunto complice Andrea Magnani avrebbe agito invece come un "servo".

Martina Levato è stata interrogata nel processo con rito abbreviato per le aggressioni a Stefano Savi e Giuliano Carparelli, e la tentata evirazione a Antonio Margarito. Davanti al gup, per la prima volta, la 24enne ha visto la foto del volto sfigurato di Pietro Barbini. A mostrarla sono stati proprio i suoi difensori, gli avvocati Daniele Barelli e Alessandra Guarini, i quali hanno spiegato che la giovane sarebbe rimasta scioccata: "Senza fiato". Martina Levato è già stata condannata a 14 anni per l'aggressione con l'acido al 22enne Barbini il 28 dicembre 2014.

Martina Levato accusa il presunto complice - Andrea Magnani "mi propose di usare le armi, ma io non ho voluto perché non volevo uccidere", è questa la dichiarazione di Martina davanti al gup sul presunto complice della coppia. La 24enne ha aggiunto che proprio Magnani ebbe l'idea di usare la sostanza corrosiva e fu lui ad acquistarla, lui che era "influenzabile" e che avrebbe agito come "mero esecutore del mio progetto". La ragazza ha però negato l'esistenza di una lista di futuri obiettivi da colpire di cui aveva parlato Magnani durante l'interrogatorio a settembre.

Aggressione Carparelli, Martina lanciò l'acido - Per quanto riguarda la tentata aggressione del 15 novembre 2014 a Giuliano Carparelli, Martina Levato ha ammesso di aver lanciato lei l'acido, spiegando che era disgorgante a differenza del solforico lanciato da Magnani durante l'aggressione a Pietro Barbini. Ha negato, invece, il blitz contro Stefano Savi del 2 novembre 2014 che, secondo l'accusa, venne sfigurato per uno scambio di persona perché era molto somigliante a Carparelli. La 24enne ha raccontato che con Giuliano ci fù solo un bacio in una discoteca perché lei si rifiutò di compiere un atto sessuale che lui le aveva chiesto.

"Vita frivola, ho voluto risolvere" - Martina Levato avrebbe confessato di essersi sentita trattare "come un oggetto sessuale" da alcuni ragazzi e per questo ha cercato una soluzione. "Ero dispiaciuta di non aver detto ad Alex dei miei ex fidanzati, lui era in lutto per il mio passato di vita frivola, quindi ho preso in mano io la situazione e ho voluto risolvere, perché volevo diventare una donna e una mamma".

"Boettcher piangeva davanti ai miei genitori" - Nell'udienza a porte chiuse Martina Levato ha continuato a difendere il compagno Alexander Boettcher dichiarando che fu lei a voler "risolvere", perchè voleva diventare "una donna con dei principi". La ragazza ha raccontato che Boettcher era "sconvolto, triste e piangeva anche davanti ai miei genitori, quando scoprì il mio passato dissoluto, perché mi riteneva un'altra donna".

"Margarito usò violenza" - Sull'episodio di Antonio Margarito, il ragazzo che subì un tentativo di evirazione, Levato ha insistito sul fatto che il giovane prima l'avrebbe violentata nel corso di una vacanza nel 2013 e poi l'avrebbe aggredita in macchina nel maggio 2014, tanto che "mi colpì con un pugno in faccia e io reagii con una coltellata". Il fascicolo di violenza sessuale a carico di Margarito è stato però archiviato.

Segni di pentimento e scuse alla madre di Pietro Barbini - "Dopo il parto, quando sono diventata madre, ho capito e mi sono sentita vicina alla sofferenza della mamma di Pietro Barbini", Martina Levato ha mostrato segni di pentimento durante l'interrogatorio e ha espresso vicinanza alla madre del 22enne bocconiano sfregiato con l'acido da lei e Alexander Boettcher.