Liste d'attesa infinite? C'è una legge salva visite: ecco come farsele rimborsare
"Fuori dal coro" spiega come ricevere il rimborso per le visite svolte al privato
Da Nord a Sud le lunghe liste d'attesa nella sanità pubblica costringono sempre più pazienti a prenotare le visite tramite il privato. Una legge del 1998 prescrive l'obbligo di rimborso nel caso in cui il Servizio sanitario nazionale non riesca a garantire la visita entro trenta giorni dalla prescrizione. Eppure, come rivela un servizio di "Fuori dal Coro" quasi nessuno la conosce, a partire da chi opera nei centri unici prenotazioni o negli Urp degli ospedali. I primi a non essere al corrente di questa possibilità sono i pazienti ma c'è chi volutamente preferisce mettere tutto a tacere. "Non spargiamo la voce, se si viene a sapere è un disastro", ammette il dirigente di una Asl del Veneto.
E però c'è chi grazie al sostegno di associazioni specializzate nel diritto del malato è riuscito a ottenere il rimborso richiesto. "Quando inizialmente mi sono rivolto al Cup loro ha negato questa possibilità dicendo che era una bufala", racconta Andrea. "Perché un ente pubblico che paghiamo con le nostre tasse non deve erogarci un diritto sancito dalla legge?, si domanda Emanuela Moro dell'associazione diritti del malato di Udine.
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