Genova, assessore invita ragazzi ad indossare la mascherina: picchiata
Giovanna Damonte ha rimproverato una 18enne e un altro giovane mentre erano a bordo di un treno ed è stata presa a schiaffi e calci
L'assessore all'ambiente e pubblica istruzione di Arenzano (Genova), Giovanna Damonte, è stata aggredita a calci e schiaffi da una 18enne alla quale aveva chiesto, a bordo del treno per Genova, di mettersi la mascherina.
Quando l'assessore ha rimproverato la giovane e un altro ragazzo, la 18enne ha prima colpito la Damonte a schiaffi, e poi è salita su un sedile per prenderla a calci. Dopo l'aggressione i due ragazzi sono scappati.
Il treno si trovava tra Sampierdarena e Genova Principe quando l'assessore si è rivolta a due ragazzi chiedendo loro di indossare le mascherine e ne ha offerta una a un ragazzo che ne era sprovvisto. Ma alla richiesta di tenerla sul naso la ragazza che era assieme al giovane ha picchiato la Damonte.
La Damonte è stata soccorsa dal personale di Trenitalia. Una volta arrivata a Genova è stata trasportata al pronto soccorso per le cure mediche del caso.
"Violenza inaccettabile"
"Calci e schiaffi, su un treno, solo per aver chiesto a una ragazzina di indossare la mascherina, come prevede la legge. Un episodio di violenza inaccettabile e da condannare fermamente. Solidarietà a Giovanna Damonte, vittima di questa brutta aggressione. Quando capiremo che il nemico da combattere è il Covid sarà sempre troppo tardi". E' il commento del presidente di Regione Liguria, Giovanni Toti.
Covid, scatta l'obbligo di mascherine in centro a Milano: multe fino a 3mila euro
Nel centro di Milano scatta l'obbligo di indossare le mascherine all'aperto. L'ordinanza del sindaco, Giuseppe Sala, è valida da sabato 27 novembre a venerdì 31 dicembre. Per chi non rispetterà l'obbligo scatterà una sanzione amministrativa pecuniaria da 400 euro a 3mila euro. Le vie comprese nel provvedimento sono le centralissime piazza Castello, largo Cairoli, via Dante, piazza Cordusio, via Orefici, via e piazza Mercanti, piazza del Duomo, Galleria e corso Vittorio Emanuele II e piazza San Babila. Ordinanze simili sono state firmate anche in altre città italiane, tra cui Brescia, Bergamo, Aosta, Bologna e Firenze.
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