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Roma, moglie partorisce: disoccupato si suicida in ospedale

Lʼuomo si è gettato dalla terrazza dellʼospedale Fatebenefratelli, allʼisola Tiberina

Roma, moglie partorisce: disoccupato si suicida in ospedale - foto 1
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Tragedia all'Isola Tiberina a Roma, dove un uomo è morto dopo essersi lanciato dal terrazzo dell'ospedale Fatebenefratelli.

La vittima, rimasta disoccupata di recente, aveva appena visitato la moglie che aveva partorito il loro bambino. Sembra che il piccolo fosse ricoverato in terapia intensiva neonatale. Alcuni testimoni hanno visto l'uomo parlare al cellulare e, una volta finita la conversazione, scavalcare la recinzione per gettarsi nel vuoto.

L'uomo ha fatto un salto di diversi metri prima di atterrare sul greto del Tevere. A dare l'allarme intorno alle 12 è stato lo stesso ospedale. I tentativi di rianimare il 44enne, residente in provincia di Roma, sono stati inutili I militari della compagnia Trastevere e della stazione Porta Portese hanno raccolto diverse testimonianze per chiarire l'esatta dinamica e stabilire se si sia trattato di un suicidio, di un incidente o altro. A quanto ricostruito, il neo papà aveva perso il lavoro recentemente e nell'ultimo periodo soffriva di crisi depressive. Venerdì mattina aveva visto la moglie e il piccolo, poi si è allontanato dalla stanza con la scusa di andare a bere un caffé. Alcuni testimoni lo avrebbero visto salire sulla terrazza, dove c'è un'area fumatori, e parlare al telefono. Poi, una volta terminata la chiamata, scavalcare la balaustra e gettarsi nel vuoto. Pare che precipitando abbia sbattuto prima contro la balaustra della recinzione dell'ospedale e poi sulla banchina fino ad arrivare all'acqua.

Rimane da chiarire cosa l'abbia spinto a uccidersi. Non si esclude che possa essere stato il timore di non essere in grado di provvedere alla sua famiglia e in particolare al bimbo appena nato. Al momento non sarebbero stati trovati biglietti di addio o lettere. Per salvarlo i vigili del fuoco sono intervenuti con tre squadre, il supporto del nucleo fluviale e del nucleo Saf (Speleo Alpino Fluviale). I sommozzatori lo hanno recuperato prima che venisse portato via dalla corrente, ma per l'uomo non c'era più nulla da fare.