provvedimenti contro gli autori

Lista delle "ragazze trofeo", 6 in condotta e corsi al Telefono Rosa per i maturandi del Liceo Visconti

Gli autori dell'elenco affisso sulla porta della classe si erano scusati per "la bravata", ma la preside ha deciso diversamente: ora esame di Stato a rischio?

07 Giu 2024 - 13:59

Detto fatto. Dal consiglio di classe sono stati presi i provvedimenti promessi dalla preside del Liceo Visconti di Roma, Rita Pappalardo, contro i sei maturandi che avevano affisso alla porta della classe la lista delle "ragazze trofeo". Sei in condotta, il minimo necessario all'ammissione all'esame di Stato, e 6 giorni di sospensione, commutati, vista la fine della scuola, in corsi di formazione presso l'associazione Telefono Rosa. Nell'elenco, erano stati diffusi i nomi di ragazze con cui, spiegano dal collettivo Visconti in Rosa che ha denunciato l'accaduto, alcuni studenti avrebbero intrattenuto "rapporti personali". Venuta a conoscenza dei fatti, la dirigente ha subito definito "grave" l'episodio, annunciando provvedimenti. Gli autori della lista avevano chiesto pubblicamente scusa parlando di una "bravata".

I fatti

 Nella scuola si era tenuta anche un'assemblea straordinaria, con una prima ora dedicata solo alla componente femminile della scuola e una seconda, aperta a tutti, che ha visto la partecipazione di circa 300 persone. Tra i presenti ci sarebbero stati anche gli autori della lista che avrebbero, in quell'occasione, chiesto scusa per la "bravata".

Nei giorni scorsi in sei avevano messo a punto la lista delle ragazze conquistate, come fossero un trofeo da esporre, affiggendola alla porta di una classe. A denunciare l'episodio erano state le studentesse del collettivo "Visconti in rosa".

I corsi presso il Telefono Rosa

 La sospensione simbolica di sei giorni è stata commutata in un'attività con Telefono Rosa, visto che l'anno scolastico ormai è terminato. L'attività coinvolgerà tutti gli studenti, non solo gli autori della lista, e riguarda incontri di formazione con psicologhe e avvocate dell'associazione.

"Non ci saranno percorsi di volontariato in nessun modo", tiene a precisare la presidente di Telefono Rosa Gabriella Carnieri Moscatelli, che poi aggiunge: "Abbiamo dato massima disponibilità e le nostre professioniste entreranno in aula già dalla prossima settimana. Siamo contente che l'istituto si sia subito reso conto della gravità del gesto. Questo ci rincuora e ci dà speranza. Non possiamo non condannare il comportamento, ma siamo pronte a lavorare con gli studenti e le studentesse affinché capiscano cosa hanno fatto. Devono comprendere che atti come questo alimentano la cultura maschilista e patriarcale che dobbiamo sconfiggere". 

I commenti dopo i provvedimenti

 "Un grandissimo plauso alla dirigente scolastica dell'Istituto Visconti per aver preso immediatamente provvedimenti disciplinari nei confronti degli studenti che si sono macchiati di un comportamento così riprovevole nei confronti di alcune compagne di classe. La scuola non può in alcun modo tollerare comportamenti di questo tipo e la pronta e decisa azione della dirigente scolastica ne è la chiara testimonianza". Così Anna Paola Sabatini, direttore generale Ufficio scolastico regionale del Lazio. 

"Bene che siano stati presi provvedimenti - commenta Mario Rusconi, presidente dell'Associazione nazionale presidi di Roma - anche se il 6 in condotta ha un'influenza minima sul credito scolastico che si calcola sulla media di tutte le materie. Con il 5, al contrario, non sarebbero stati ammessi alla maturità".

A intervenire sulla vicenda anche il ministro per la Famiglia Eugenia Roccella. "E' un fatto grave - dice - che dimostra come episodi di patetico maschilismo siano ancora lontani dall'essere sradicati. E, soprattutto, rivela l'entità del problema educativo che abbiamo di fronte". Per il ministro "la povertà educativa sempre più evidente e dilagante, anche in contesti nei quali appare difficile parlare di degrado o disagio sociale, deve interpellare innanzi tutto le famiglie. E' la famiglia il luogo primario in cui i ragazzi imparano (o non imparano) le relazioni fra le persone, i diritti e i doveri, il rispetto e la libertà".

Poi sottolinea: "Lo Stato c'è e vuole esserci, mettendo a disposizione delle famiglie strumenti e servizi per esercitare il proprio ruolo. Ma quel ruolo nessuno potrà mai sostituirlo, ed è necessario che chi ne è titolare torni a esercitarlo".

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