Pos, tassisti a Roma contrari all'obbligo
A "Controcorrente" la categoria difende l'uso del contante: "Carte di credito creano ricchezza solo per le banche"
Roma. I tassisti difendono l'uso del contante e dichiarano guerra all'obbligo del Pos. "Le carte di credito creano ricchezza solo per le banche", dicono a "Controcorrente" i tassisti capitolini. I conducenti delle auto bianche lamentano soprattutto i costi elevati delle commissioni sulle transazioni che vanificano il guadagno per la singola corsa, in particolare nei tratti brevi all'interno della città. La misura, inserita in manovra che annulla l'obbligo del Pos sotto i 60 euro fa discutere ma trova il favore dei tassisti: "Il contante che gira crea ricchezza".
La storia di Silvia Salis, qualche giorno fa l'ex campionessa di lancio del martello e vicepresidente vicaria del Coni, è stata vittima della furia di un tassista che le ha rifiutato un pagamento di 32 euro con il bancomat, nonostante avesse il Pos, dopo averla accompagnata all'aeroporto di Genova. "E' finita la pacchia delle banche, mi servono contanti, ora io posso fare come voglio (riferendosi alle nuove soglie sui pagamenti con Pos subentrate con la nuova Manovra, ndr)", ha attaccato il tassista dinanzi alla sua richiesta di pagare la corsa con il bancomat. Dopo le obiezioni dell'ex campionessa, l'uomo ha iniziato a inveire e urlarle contro.
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