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Carabiniere ucciso a Roma, gip: "Americani immaturi e inconsapevoli"

Le carte dellʼordinanza di custodia cautelare in carcere: "Dal pericolo di fuga al coltello usato dai marine"

Carabiniere ucciso a Roma, gip:
tgcom24

Nell'ordinanza con cui il gip di Roma ha disposto il carcere per i due americani accusati dell'omicidio del carabiniere Mario Cerciello Rega viene sottolineata la "totale inconsapevolezza del disvalore delle proprie azioni" da parte dei due, che non hanno "compreso la gravità" delle loro azioni mostrando "una immaturità eccessiva".

Intanto emerge che il militare, durante l'aggressione, gridò: "Fermati siamo carabinieri, basta".

Totale assenza di autocontrollo - Per il gip poi non bisogna dimenticare che "i due erano alla ricerca di sostanze stupefacenti nel corso della serata e che entrambi avevano bevuto alcol. Queste circostanze valutate insieme alle condotte testimoniano la totale assenza di autocontrollo e capacità critica dei due coindagati, e di conseguenza rendono evidente la loro elevata pericolosità sociale", spiega il giudice. Lee Elder Finnegan e Gabriel Christian Natale Hjorth sono accusati di concorso in omicidio e tentata estorsione.

Indagati pronti a far perdere le loro tracce - Inoltre emergono "il pericolo di fuga e il pericolo di concreto reiterazione dei reati analoghi desumibile dalle modalità e circostanza dei fatti". "Si tratta di due persone stabilmente residenti all'estero - si legge nell'ordinanza -, presenti in Italia occasionalmente e sorprese dalla polizia giudiziaria in procinto di lasciare l'albergo subito dopo avere commesso i delitti in contestazione, condotta quest'ultima che non può non ritenersi finalizzata a far perdere le proprie tracce". 

Usato un coltello da marine - Sull'arma usata per l'omicidio viene spiegato che è stato usato un "coltello a lama fissa lunga 18 centimetri tipo 'Trenknife' Kabar Camillus con lama brunita modello marine con impugnatura di anelli di cuoio ingrassato e pomolo in metallo brunito".

Legittima difesa non compatibile con i fatti - "Il tentativo difensivo di ipotizzare una sorta di legittima difesa putativa, sostenendo di aver avuto paura la propria vita e di essersi difeso non appare compatibile con gli elementi di fatto emersi dalle indagini". Lo scrive il giudice Chiara Gallo in un passo dell'ordinanza di custodia cautelar. Riguardo alle modalità di intervento dei militari il gip aggiunge: "Elder Finnegan ha riferito di aver reagito accoltellando la vittima, dopo aver percepito una compressione del collo tipo strangolamento, ma di tale circostanza non vi è alcuna evidenza, non presentando lo stesso alcun segno compatibile con tale dinamica".