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Lavarone (Trento), a fuoco il Drago di Vaia: distrutta l'opera sull'Alpe Cimbra | Al via una raccolta fondi online

L'opera era stata realizzata dall'artista Marco Martalar con il legno della foresta distrutta dalla tempesta Vaia. Già raccolti 4mila euro per la ricostruzione

Il Drago di Vaia, l'opera d'arte realizzata da Marco Martalar sull'Alpe Cimbra (Trento) utilizzando il legno di risulta della tempesta Vaia, è stato distrutto dalle fiamme nella tarda serata di ieri.

L'incendio è scoppiato poco prima delle 22. Le fiamme erano visibili da lontano. Sul posto, in località Magrè di Lavarone, sono intervenuti subito i vigili del fuoco volontari della zona, ma l'opera era già avvolta dalle fiamme. Non si esclude la pista dolosa. Online è stata lanciata una raccolta fondi che ha raggiunto in poche ore più di 4mila euro.

Trento, dai resti della foresta distrutta dalla tempesta Vaia "nasce" un drago

Tre anni fa, nell'ottobre del 2018, la tempesta Vaia fece strage di boschi distruggendo un enorme polmone verde. Un evento meteo estremo che interessò tutto il nord-est provocando lo schianto al suolo di milioni di alberi, con la conseguente distruzione di decine di migliaia di ettari di foreste alpine di conifere. Oggi, dai quei resti, è stato creato un drago: siamo sull'Alpe Cimbra di Lavarone, nel Trentino Alto Adige, una delle zone più colpite da quel disastro. L'opera, creata dallo scultore veneto Marco Martalar, su iniziativa di Lavarone Green Land, è alta alto 6 metri e lunga 7. Per realizzarla ci sono volute 3mila viti e 2mila pezzi di scarti di arbusti e oltre un mese di lavorazione. Un contributo per non dimenticare che sta attirando centinaia di visitatori. ll Drago di Vaia muterà nel tempo, con il passare delle stagioni, fino a che arriverà a decomporsi. 

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Costruita con i resti della foresta distrutta dalla tempesta

 L'opera, di circa sei metri di altezza per sette di lunghezza, era nota a livello nazionale. Era stata costruita con i resti della foresta distrutta dalla tempesta Vaia e, nel 2021, aveva riscosso un ampio successo, registrando oltre mille visite nel primo fine settimana di apertura al pubblico.

 

Una raccolta fondi per ricostruire il Drago di Vaia

 Al via una raccolta fondi per far rinascere il Drago di Vaia: a diffonderla, sulla piattaforma "Gofundme" e attraverso la pagina Facebook "Lavarone green land", è stato Isacco Corradi, sindaco del Comune di Lavarone. "Il Drago Vaia sparisce sotto le fiamme, che sia stato per una foto artistica o per atto doloso è in ogni caso stupidità umana dettata dall'ego. Incapacità di apprezzare stando fermi e in silenzio... In questi tre anni ho visto persone arrampicarsi, rovinarlo, ma mai avrei pensato arrivasse a tanto", scrive il sindaco di Lavarone. L'obiettivo della raccolta, spiega Corradi, è "per prima cosa quello di cercare di contrastare un atto vile e far vedere che la comunità non si piega a questa cosa. Con l'artista stiamo cercando di capire cosa costruire, perché l'opera non potrà mai essere uguale a prima".

 

In corso approfondimenti sulle cause dell'incendio

 I carabinieri della compagnia di Rovereto stanno svolgendo gli accertamenti sull'incendio che ha distrutto il Drago di Vaia. Al momento non sono note le cause del rogo, ma le forze dell'ordine, assieme ai vigili del fuoco della zona, propendono per la pista dolosa. La zona in cui si trovava il Drago è liberamente accessibile attraverso sentieri e piste forestali. Per questa ragione, sono al vaglio le immagini dei sistemi di videosorveglianza presenti nelle vicinanze delle strade di accesso all'area. 

 

Fugatti: "Il piromane si deve vergognare"

 "Purtroppo il Drago di Vaia è stato ridotto in cenere da un incendio. Era un'opera simbolo realizzata dall'artista di Roana Marco Martalar con il legno della tempesta Vaia. Era il drago in legno più grande del mondo, alto 6 metri e lungo 7 e per realizzarlo sono state usate 3.000 viti e 2.000 scarti di arbusti" ha scritto sui social il presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti. "Il piromane che ha compiuto questo rogo doloso si dovrebbe solo vergognare". 

 

 

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