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La preside di Faenza: "Evitiamo interrogazioni e verifiche"

La dirigente scolastica: "Sono una generazione ferita, ora hanno la testa da un'altra parte. Tra loro c’è chi può aver veramente perso tutto"

La preside di Faenza: "Evitiamo interrogazioni e verifiche" - foto 1
Ansa

Una lettera ai docenti del liceo Torricelli Ballardini di Faenza per invitarli a lasciare da parte, almeno per il momento, interrogazioni e verifiche e a comprendere i traumi che i ragazzi hanno riportato con l'alluvione.

Questo il contenuto della lettera che Paola Falcioni, dirigente dell'istituto superiore di Faenza, ha inviato a tutti i professori dopo "la notte di paura" del 16 maggio scorso.

La lettera della Preside

 "I nostri ragazzi e le nostre ragazze - spiega la preside - hanno vissuto le nostre stesse emozioni, sicuramente amplificate perché non ancora in grado di gestire completamente le proprie fragilità" e "quando torneranno a scuola è necessario che trovino docenti capaci di accompagnarli e comprenderli in questo passaggio difficile della loro adolescenza". "Purtroppo questi anni ci hanno consegnato generazioni ferite prima dal Covid e ora dall'alluvione - aggiunge - c’è uno spartiacque tra il prima e il dopo il 16 maggio e questo non possiamo ignorarlo ed è nostro dovere non ignorarlo".

Sospendere verifiche e interrogazioni

 Per la dirigente scolastica "la priorità in questo momento è lasciare da parte verifiche e valutazioni, i ragazzi - scrive - non solo hanno la testa da un'altra parte, ma il pomeriggio hanno bisogno di andare ad aiutare chi è in difficoltà, hanno bisogno di aiutare la loro gente, la città ferita a rialzarsi, hanno bisogno di fare la loro parte". Occorre lasciare "da parte le interrogazioni" e puntare a "parlare con alunni e alunne di quello che è accaduto". "A settembre penseremo a recuperare il percorso di apprendimento interrotto", ribadisce la dirigente. Falcioni rivolge anche "un pensiero a come accompagnare i ragazzi di quinta all'esame" per i quali organizzerà aule studio e incontri pomeridiani ragazzi-docenti per organizzare l'esame e aiutarli nella preparazione, anche per chi è isolato fuori da Faenza. "Un passo alla volta ne verremo fuori - conclude Falcioni - l'importante è capire le priorità e il peso di quello che ci è caduto addosso". La scuola non ha subito danni, ma il problema rimane per quei ragazzi che abitano in paesi colpiti dalle esondazioni e dalle frane. Cosa faremo con le lezioni? Ho convocato un collegio docenti, perché avevo piacere di condividere le decisioni con i miei professori e avere delle linee guida comuni". Per la dirigente scolastica "la Dad in senso classico, come l'abbiamo pensata per il Covid non può funzionare, ma dobbiamo capire ancora una volta come possono essere usati i supporti elettronici". Falconi ricorda come ci siano "tantissimi studenti di Faenza che stanno aiutando a pulire dal fango e abbiamo tanti ragazzi isolati nei paesi colpiti dalle frane", come Marradi, Modigliana, Casola Valsenio, "e si deve ragionare anche in questo senso" per organizzare l'attività didattica.

 

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