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Infermiera deceduta in un incidente "dopo turni massacranti", l'ultimo messaggio: "Ho finito ora, sono stanca morta"

"Secondo te è normale? Oggi smonto e devo fare pure la notte", aveva invece scritto all'amica il giorno prima dello schianto, avvenuto nel Brindisino

sara viva sorge  
Tgcom24

"Ho finito ora, sono stanca morta".

È il messaggio - l'ultimo - inviato da Sara Viva Sorge, l'infermiera di 27 anni morta il 15 febbraio in un incidente stradale nel Brindisino, al fidanzato prima dello schianto. La ragazza stava rientrando a casa alle sei del mattino dopo avere finito il suo turno nella clinica in cui lavorava da venti giorni. Subito dopo la morte della 27enne, i sindacati avevano puntato il dito contro i "turni massacranti". Come riporta La Stampa, inoltre, la sera prima dell'incidente, Sara aveva mandato un vocale a un'amica, dicendo: "Secondo te è normale? Oggi smonto e devo fare pure la notte".

"Aveva fatto due notti consecutive dopo un turno settimanale piuttosto impegnativo", avevano affermato Chiara Cleopazzo e Luciano Quarta, rispettivamente della Fp Cgil Brindisi e Sportello Salute Sicurezza Cgil Brindisi, dopo la morte della ragazza.

 

"Questa volta - avevano aggiunto i sindacati - non si è trattato di un infortunio in un cantiere o dentro una fabbrica, ma come si dice in gergo, di un infortunio in itinere. Non per questo è meno grave e non solleva interrogativi su una lavoratrice assunta da poco e subito gettata nel mezzo di una situazione lavorativa complicata. Spesso per una unità lavorativa si arriva a gestire dieci degenti con un carico di lavoro al limite, per questo è incomprensibile un turno di lavoro lungo e con due notti consecutive".

 

Le parole del fidanzato - Il fidanzato ha detto a La Stampa che nei giorni prima di morire Sara gli diceva spesso di essere stanca. "In una settimana faceva anche due notti consecutive. Oppure il doppio turno, dal pomeriggio alla notte e cioè 17 ore di fila. Senza mai fermarsi o sedersi. A volte non aveva neanche il tempo di scrivermi. Non è umano. Ero molto preoccupato, anche quando si metteva per strada. Ultimamente, mentre mi raccontava dei turni, le dissi di non andare. Ma non poteva perché era arrivata da poco", ha aggiunto.

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