Dopo il nuovo declassamento, lo chef umbro rivendica la sua storia e guarda oltre: "Io vado avanti, mantengo la rotta"
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La notizia della nuova esclusione dalla Michelin sarebbe sufficiente a piegare chiunque. Non Gianfranco Vissani. Lo chef umbro, patron di "CasaVissani" a Baschi (Terni), ha commentato la notizia della perdita della stella con sorprendente distacco al termine della 71esima edizione della Guida: "Non ci sono rimasto male. L'unica perdita che mi ha fatto soffrire è stata la morte di mia madre nel 2020. Lei era tutto per me: mamma, fidanzata, moglie, amica. Quando vivi un dolore così grande, il resto non conta" ha dichiarato al Corriere della Sera.
Il declassamento di Vissani non è una notizia come le altre. Per anni considerato uno dei padri della cucina italiana contemporanea, lo chef di Baschi vede spegnersi l’ultima stella rimasta, dopo la prima caduta nel 2019. Un evento che molti osservatori descrivono come un segnale generazionale, quasi la chiusura di un ciclo iniziato decenni fa, quando Casa Vissani era un riferimento assoluto della gastronomia italiana. Ma lui, con la consueta franchezza, liquida la questione: «E vabbè, ognuno prende le sue decisioni. La Michelin fa quello che vuole».
Il declassamento di Vissani non è una notizia come le altre. Per anni considerato uno dei padri della cucina italiana contemporanea, lo chef di Baschi vede spegnersi l’ultima stella rimasta, dopo la prima caduta nel 2019. Un evento che molti osservatori descrivono come un segnale generazionale, quasi la chiusura di un ciclo iniziato decenni fa, quando Casa Vissani era un riferimento assoluto della gastronomia italiana. Ma lo chef non si nasconde dietro al rimpianto: "Ognuno prende le sue decisioni. La Michelin fa quello che vuole". La reazione non è quella di chi si sente sconfitto. "Io e la mia brigata siamo sempre qui, con la serietà che ci contraddistingue - aggiunge - E con tanta voglia di fare una cucina semplice, gustosa, immediata. Il ristorante grazie al cielo va bene. Lo sanno anche all’estero. Siamo stati invitati da La Liste. Tra qualche ora voleremo a Parigi. Alla fine non c'è solo la Michelin".
Vissani non rinuncia a un giudizio durissimo sulle mode attuali. "Oggi fanno tutti cucina molecolare. Ma la gente non mangia più con questa cucina... odiosa" commenta lo chef che osserva con sospetto un mondo dove "tutti quanti sono gastronomi, esperti di cucina che spesso non sanno distinguere una patata da un topinambur". Anzi, la sua proposta è in contro tendenza: tornare ai sapori antichi, al gusto pieno, a piatti immediati e comprensibili, senza le esagerazioni del passato ma neppure gli esperimenti sterili del presente. E ai giovani rivolge il consiglio che riassume la sua filosofia: "Abbassare la testa e lavorare".