I fatti risalgono al 2018, quando si tenne il cosiddetto "battesimo del volo": per il giudice non si trattò di violenza
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Tutti assolti perché il fatto non sussiste. È la sentenza del tribunale di Latina nel processo che vedeva otto ex allievi piloti dell'aeronautica militare accusati di violenza privata e lesioni ai danni dell'allora collega Giulia Schiff, per i quali il pm chiedeva la condanna a un anno di reclusione ciascuno. I fatti risalgono al 2018, quando si tenne il cosiddetto "battesimo del volo" della giovane all'aeroporto militare "Enrico Comani", sede del 70° Stormo di Latina.
Un rito in cui, secondo l'accusa, Giulia Schiff fu colpita con decine di frustate con dei fuscelli, ma anche spinta contro l'ala di un aereo e, infine, gettata in una piscina: una violenza, secondo l'accusa; ma il giudice non è stato d'accordo. Il reato di lesioni, infatti, è stato derubricato in percosse, non procedibile per tardività della querela.
"Un'assoluzione nel nome dell'aeronautica militare", ha commentato l'avvocato dello Stato Maurizio Greco. Mentre la difesa ha parlato di "un giudice estremamente equilibrato, e che ha guardato l'istruttoria dibattimentale, e non certo quella che è stata l'accusa. Siamo tutti molto soddisfatti, e parlo a nome di tutti colleghi. I ragazzi sono sempre stati sereni rispetto a quello che era successo: certo, erano un po' preoccupati, ma l'aeronautica è sempre stata loro molto vicino".
"Le sentenze si rispettano - il commento, infine, dell'avvocato Massimo Strampelli, legale di Giulia Schiff -. Evidentemente, il tribunale ha ritenuto che questo rito presentasse i crismi della liceità, sostanzialmente confermando ciò che aveva già valutato la commissione d'inchiesta dell'aeronautica militare".