ennesimo femminicidio

Foggia, donna uccisa a coltellate: aveva denunciato l'ex compagno ed era protetta col "codice rosso" | Fermato il presunto colpevole

All'uomo non era stato applicato il braccialetto elettronico per problemi tecnici e non era stato arrestato perché irrintracciabile

07 Ago 2025 - 21:13

È stata accoltellata a morte nel cuore della notte, in un vicolo del centro storico di Foggia, a pochi passi dalla sua abitazione. La vittima, Hayat Fatimi, una donna marocchina di 46 anni, aveva denunciato l’ex compagno, suo connazionale, per stalking e minacce, dopo una relazione durata pochi mesi ma presto trasformatasi in un incubo. Il caso era stato segnalato anche al centro antiviolenza "Telefono Donna" di Foggia, che aveva classificato il rischio come "alto". Nonostante questo, la donna aveva rifiutato l’idea di allontanarsi dalla città. L’omicidio si è consumato in vico Cibele: la donna sarebbe uscita per incontrare qualcuno che conosceva. Poco dopo è stata colpita con numerose coltellate. Il sospettato, un uomo marocchino senza fissa dimora, è stato poi fermato a Roma: individuato dai carabinieri con i vestiti sporchi probabilmente di sangue, è stato bloccato dopo un breve inseguimento a piedi in piazza della Croce Rossa. Le indagini sono in corso: l’ipotesi principale resta quella del femminicidio.

Il sospetto era fuggito: fermato a Roma

 Il corpo della donna è stato trovato nella notte tra il 6 e il 7 agosto in vico Cibele, nei Quartieri Settecenteschi di Foggia. A dare l’allarme sono stati alcuni residenti che hanno sentito le urla e le richieste d’aiuto. All’arrivo della polizia, la vittima era già priva di vita. L'ex compagno, sospettato del delitto, è stato rintracciato a Roma. L'uomo, individuato dalla polizia, aveva ancora gli abiti sporchi di sangue.

Chi era la vittima

 La vittima aveva 46 anni, era di origine marocchina e lavorava come cuoca in un ristorante di Foggia. Era conosciuta nel quartiere e, secondo quanto emerso, si era rivolta al centro antiviolenza "Telefono Donna" già lo scorso aprile, segnalando le minacce e i comportamenti ossessivi dell’ex compagno, connazionale. La relazione con l’uomo era durata solo alcuni mesi ma aveva mostrato fin da subito segnali di pericolosità, tanto da spingere la donna a porvi fine. Era stata lei stessa a raccontare di essere seguita e minacciata. Nonostante le insistenze delle operatrici del centro, che le avevano proposto di rifugiarsi presso una struttura protetta o da parenti, la donna aveva scelto di restare a Foggia, nella sua casa.

Il "Codice rosso"

 La vittima aveva presentato una denuncia formale contro l'ex compagno, lamentando atteggiamenti persecutori e minacciosi. Proprio in virtù di quella denuncia, era stata attivata una procedura di tutela prevista dal cosiddetto "codice rosso", il protocollo introdotto per accelerare gli interventi nei casi di violenza domestica o di genere.

Il braccialetto elettronico e il mancato arresto

 Secondo fonti della procura di Foggia, sull'ex compagno della donna pendeva già da maggio, da quando cioè la donna lo aveva denunciato, un provvedimento di divieto di avvicinamento con braccialetto elettronico, che però non era stato applicato per problemi tecnici. La misura era stata aggravata a luglio con l'emissione di una ordinanza di custodia cautelare in carcere non ancora eseguita perché l'uomo, un marocchino regolare in Italia, è senza fissa dimora è dunque risultava irrintracciabile.

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