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Fausto Tinelli e Lorenzo Iaio Iannucci furono uccisi vicino al centro sociale Leoncavallo. I sospetti sulla destra non divennero prove. Ora il caso è riaperto
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Sono state riaperte le indagini sull'omicidio di Fausto e Iaio, i due ragazzi uccisi il 18 marzo 1978 in via Luigi Mancinelli, a Milano, una traversa di via Leoncavallo, dove allora sorgeva l'omonimo centro sociale. Lo ha deciso la gip Maria Idria Gurgo di Castelmenaedo, accogliendo la richiesta dei pm milanesi Leonardo Lesti e Francesca Crupi che hanno formalizzato la richiesta circa un anno fa, dopo l'esposto del sindaco Beppe Sala.
Il fascicolo riaperto era stato archiviato nel dicembre del 2000 dalla gip Clementina Forleo, la quale aveva evidenziato "significativi elementi" a "carico della destra eversiva e in particolare degli indagati" Massimo Carminati, Claudio Bracci e Mario Corsi. Indizi che però all'epoca non erano mai diventati prove. Un nuovo fascicolo conoscitivo sul duplice omicidio era stato aperto oltre un anno fa, in seguito alla richiesta inviata dal sindaco Giuseppe Sala al procuratore Marcello Viola. In quell'occasione, i pm Lesti e Crupi avevano chiesto all'ufficio reperti del Palazzo di Giustizia milanese di effettuare ricerche per individuare quali siano i corpi del reato conservati su cui poter eventualmente effettuare nuove analisi. Sul luogo dell'omicidio, allora, fu rinvenuto un berretto di lana blu che, però, non fu mai sottoposto ad accertamenti e infine non fu più trovato tra i reperti. Sulla base di una nuova informativa della Digos, è stata poi riaperta la vecchia inchiesta.
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Ora, una perizia dattilografica sul volantino di rivendicazione del duplice omicidio è uno degli elementi al centro della riapertura del fascicolo di indagine sulla vicenda di Fausto Tinelli e Lorenzo Iaio Iannucci. A quanto si è saputo, sarebbero emerse possibili nuove piste, sempre nell'ambito della destra eversiva, che hanno convinto la gip a riaprire l'inchiesta, che punterebbe anche su numerosi accertamenti documentali e le testimonianze di alcune persone già sentite in passato. Tra di loro, due donne testimoni oculari e anche un sacerdote della vicina chiesa di via Casoretto.
"Dopo 50 anni si è deciso che si può fare, ma gli atti sono sempre stati lì, vuol dire che i tempi son maturi". Così Maria, sorella di Lorenzo Iaio Iannucci, ha commentato con l'Ansa la riapertura delle indagini per l'omicidio del fratello e di Fausto Tinelli. "Non mi sono arresa", dice, "ma ho fatto pace con la giustizia: la verità storica c'è sempre stata ed è che due ragazzi sono stati uccisi da mano identificata e rivendicata come fascista. Non covo rancore né odio, se è arrivato il momento ben venga, ho fatto pace con questa storia e non voglio esser strumentalizzata né che ci si muova per alimentare degli odi in nome di Fausto e Iaio".
"È una notizia bellissima che conferma come sia imperativo fare piena luce su un tragico duplice omicidio di due ragazzi incolpevoli se non del loro impegno civile e politico", è il primo commento dell'avvocato Nicola Brigida, legale di Maria Iannucci e Danila Angeli, rispettivamente sorella e madre di Fausto Tinelli. "È imperativo fare luce su questo duplice omicidio orrendo. Sono stati uccisi due ragazzi colpevoli di nulla". Il legale aggiunge che la riapertura del caso "è di certo un passo importante, anche perché questa è l'ultima occasione" per raggiungere la verità giudiziaria sui fatti di quasi 50 anni fa.