Sorelle travolte dal treno a Riccione, il padre: "Giudizi severi verso di me, ma non provo rancore"
"Voglio che le mie bimbe non siano morte invano, che questa disgrazia porti a qualcosa di buono, a un bene assoluto. Per tutti", ha aggiunto
"Non riesco a nutrire rancore, rammarico o amarezza dall'inconsulto vociare continuo e costante che si è scatenato all'indomani della tragedia.
Voglio che le mie bimbe non siano morte invano, che questa disgrazia porti a qualcosa di buono, a un bene assoluto. Per tutti". A parlare, per la prima volta dopo la tragedia che ha coinvolto le sue due figlie, è Vittorio Pisanu, il padre di Giulia e Alessia, le sorelle di 17 e 15 anni di Castenaso (Bologna) travolte da un treno Frecciarossa in transito alla stazione di Riccione. "Sono convinto che chi ha espresso giudizi severi verso la mia persona possa trarre insegnamento per la vita che verrà", ha scritto l'uomo in una lettera riportata da Repubblica.
"Vivo la sofferenza confortato dalle tante persone che hanno inondato me e la mia casa di un'umanità e dolcezza che va oltre misura e immaginazione - ha spiegato Pisanu -. Vivo la sofferenza per l'immane tragedia che ha colpito la mia famiglia, e la consapevolezza del nuovo inizio che mi attende, nel fervido desiderio di provare a trasformare l'ingiusto evento in bene assoluto".
“Vorrei che da questa disgrazia, da questa immensa perdita, si possano trarre nuove energie per plasmarla in amore puro. Affinché da questo vuoto, da questa banalizzazione del male, dal cinismo della disperazione, possa nascere e crescere rigoglioso l'amore verso il prossimo; uno spirito nuovo che possa infondere nella comunità speranza e fiducia. Perché le bimbe, le mie bimbe, le nostre bimbe, i nostri angeli, non siano arrivati in cielo invano", ha concluso il padre di Giulia e Alessia.
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