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La strage di Bologna 40 anni dopo, Bonaccini: "Verità sui mandanti"

Domenica 2 agosto la città commemora il tragico anniversario in tono minore: niente corteo per evitare il rischio contagio ma tanti eventi per non dimenticare. E lʼintitolazione della stazione alle 85 vittime

Ottantacinque morti, 200 feriti e ancora nessuna certezza sui mandanti: quarant'anni dopo la strage di Bologna ancora mancano tanti tasselli per far luce su uno degli eventi più tragici della storia del nostro Paese. Sulla bomba che esplose il 2 agosto 1980, squarciando la sala d'attesa della stazione ferroviaria del capoluogo alle 10:25 di un sabato mattina, sono tanti a chiedere "giustizia e verità" per un attentato su cui restano molte ombre da dissipare. 

Bonaccini: "Verità sui mandanti a lungo negata" - A 48 ore dal tragico anniversario, il governatore dell'Emilia Romagna Stefano Bonaccini sottolinea "l'urgenza mai sopita di una verità sui mandanti troppo a lungo negata, anche colpevolmente nascosta, e il dovere e il coraggio di fare memoria". Il presidente parla di un dolore "inestinguibile, come lo sono la necessità di giustizia e di verità completa. Insieme al dovere e al coraggio di fare memoria".

 

Mattarella: "Massimo impegno per risposte sulla strage" - Dopo aver visitato il luogo dell'attentato pochi giorni prima della commemorazione, anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella aveva promesso tutto il suo impegno per "raggiungere pienamente la verità su questa strage" incontrando i familiari delle vittime. 

 

L'intitolazione della stazione alle vittime - Le stesse vittime a cui il sindaco di Bologna Virginio Merola domenica mattina, in occasione della commemorazione, intitolerà quella stazione. "Dopo 40 anni di lotta per la democrazia, per la verità e per la giustizia - dice il primo cittadino - a loro dedicheremo ufficialmente quello spazio nel cuore della città". Per continuare a fare memoria di un terribile e sanguinoso attentato che ha segnato per sempre la storia del nostro Paese. 

 

Niente corteo per il Covid - La cerimonia di quest'anno sarà in tono minore, con una commemorazione che si svolgerà tutta nel perimetro della stazione, senza il tradizionale corteo per le vie della città. "Una decisione obbligata - spiega il presidente dei Familiari delle vittime Paolo Bolognesi -, dovuta all'emergenza sanitaria. Ricorderemo i nostri cari in piazza Maggiore, per non correre rischi. Quando si è deciso di annullare il corteo la situazione Covid era anche migliore rispetto a oggi, in cui aumentano i focolai e diminuisce l'età media di contagiati, per cui credo proprio che sia giusto evitare ogni rischio alla commemorazione di domenica". 

 

Il ricordo - In quell'occasione a ricordare la tragedia, oltre alle autorità locali e ai familiari, ci saranno la presidente del Senato Elisabetta Alberti Casellati e il viceministro dell'Interno Vito Crimi. Dopo il minuto di silenzio all'ora esatta dell'attentato verranno deposte le corone e sarà presentata la lapide commemorativa, sistemata nella sala d'attesa dove quelle 85 persone persero la vita 40 anni fa. 

 

Bologna 40 anni fa, lʼattentato nella sala dʼattesa della stazione

 

 

 

 

 

 

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