Vedere in faccia chi ti cura e fa l'impossibile per salvarti la vita "può migliorare la condizione del paziente". Con questo obiettivo è nato il progetto PPE Portrait Project, ideato da Mary Beth Heffernan L.A. (Usa) che Concorto Film Festival ha portato in Italia insieme all'Azienda Usl di Piacenza. Così in una delle città più colpite dal coronavirus e in una delle Rianimazioni dove ci si è battuti in prima linea nel corso della pandemia, i sanitari che indossano le tute anti-Covid non mostreranno ai ricoverati solo gli occhi. Ma tutto il loro volto, e soprattutto i loro sorrisi, stampati su adesivi poi attaccati ai camici. Questo perché "dalla prospettiva del paziente, non vedere il viso di nessuno per giorni e giorni, non riconoscere nemmeno lo staff che lo cura, tutto questo può determinare un'esperienza di grande isolamento e solitudine". Perciò "nelle scorse settimane, in Malattie infettive, è stato allora allestito un vero e proprio set, dove il fotografo Daniele Signaroldi, con l'aiuto di Chiara Granata e Francesca Ferrari, ha ritratto 41 operatori sanitari tra medici, infermieri e oss che operano nel reparto", si legge nel post su Facebook che riporta la notizia. "Le foto sono state graficamente impaginate da Giulia Ripa e stampate su una carta adesiva molto resistente per essere collocate all'esterno dei dispositivi di protezione individuale. Quasi mille scatti adesivi sono stati consegnati al personale sanitario che li sta attualmente utilizzando sulle proprie tute", conclude la nota
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