Il dramma in spiaggia

Donna travolta da una ruspa a Pinarella di Cervia, il marito: "Non rispondeva e l'ho localizzata col telefono: una scena straziante"

Giovanni Sfregola, ex carabiniere, sulla morte di Elisa Spadavecchia: "Ho perso la cosa più preziosa. Eravamo felicissimi e adesso resta solo un mare di dolore. È qualcosa di molto difficile da accettare"

27 Mag 2025 - 09:10
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"Una cosa così è molto difficile da accettare". Solo le parole di Giovanni Sfregola, marito di Elisa Spadavecchia, la donna travolta e uccisa in spiaggia a Pinarella di Cervia da una ruspa guidata da un uomo risultato senza patente e con un precedente per omicidio stradale. Il marito della 66enne è un ex carabiniere, in congedo dal 2016 dopo aver guidato il comando di Vicenza. "Sabato non vedendola rientrare, e visto che non rispondeva al telefono, l'ho localizzata e poi mi sono fatto accompagnare nel punto esatto", ha raccontato, per poi aggiungere: "I miei colleghi non me l'hanno fatta vedere e hanno fatto bene". 

"Una scena straziante"

 Giovanni Sfregola ha parlato al Corriere della Sera. Lui e la moglie erano in Romagna in vacanza e quella tragica mattina Elisa era uscita per fare una passeggiata, per fare un po' di sport come faceva spesso, mentre il marito era rimasto in hotel. Vedendo che non tornava e non rispondeva, l'ex carabiniere l'ha localizzata e raggiunta: "Una scena straziante, mi hanno detto che anche il bagnino che aveva assistito alla scena si è sentito male ed è finito in ospedale", ha detto. 

"Non avrei visto mia moglie"

 Giovanni non ha voluto vedere il corpo di Elisa: "Non avrei visto mia moglie ma quel che resta di un corpo finito sotto i cingoli di una ruspa". Troppo, anche per uno che, ha spiegato, per 40 anni si è "occupato di vicende di cronaca e ho visto decine e decine di vittime di omicidi". 

La dinamica della tragedia

 Sulla dinamica della tragedia, poi, l'uomo non si sbilancia. "Tutto quello che sappiamo l'ho letto sui giornali. Abbiamo saputo che la persona alla guida della ruspa era senza patente, che ha un precedente specifico ed era dedito alla droga. Eppure in un sabato mattina andava su è giù con una ruspa non so di quante tonnellate a stritolare esseri umani", ha detto. Poi ha chiosato: "Dobbiamo solo constatare che, purtroppo, chiunque può fare tutto ciò che vuole". 

"Eravamo felicissimi, ora non ho più niente"

 A Giovanni resta solo un dolore immenso, inspiegabile e incalcolabile: "Ho perso la cosa più preziosa che avevo e che non mi restituirà più nessuno. Non ho più niente". La coppia, che andava spesso in vacanza a Cervia con un gruppo di amici, aveva da poco un nipotino, di soli tre mesi: "Eravamo felicissimi. Ora invece per noi è solo un mare di dolore. Qualcosa di devastante che ti cammina dentro perché non riesci a realizzare e accettare". 

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