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Università, clima teso nei confronti di Israele | Torino ferma la collaborazione, a Bologna tensione con la polizia

Il rettore di UniTo, Stefano Geuna: "Non c'è alcun boicottaggio e men che meno antisemitismo"

Bologna, tensione alla manifestazione degli studenti dell'Università

È sempre più caldo il fronte delle università italiane dopo la decisione presa dal Senato accademico dell'ateneo di Torino di bloccare il bando di collaborazione con Israele.

La scelta di Torino arriva dopo la richiesta dei collettivi studenteschi e dopo una lettera firmata da quasi 1700 tra docenti e ricercatori, una decisione che ha generato una fortissima polemica che coinvolge oggi l'ateneo della città sabauda e tutto il sistema universitario, proprio nella prima Giornata nazionale delle università. La premier Giorgia Meloni trova "preoccupante" la scelta del Senato accademico dell’Università di Torino che segue, sottolinea, "un'occupazione da parte dei collettivi. Se le istituzioni si piegano a questi metodi - sostiene - rischiamo di avere molti problemi".

 

 

Università, clima teso nei confronti di Israele | Torino ferma la collaborazione, a Bologna tensione con la polizia - foto 1
Tgcom24

 


Il clima negli atenei si inasprisce alla vigilia dell'incontro tra la ministra dell’università e i rettori. A Bologna nel corso di un corteo dei collettivi, in occasione dell'inaugurazione dell'anno accademico, ci sono stati momenti di tensione tra forze dell'ordine e studenti che sfilavano urlando "Boicotta Israele". Stessa richiesta in un documento degli allievi della Normale di Pisa che però è stato respinto dal rettore: "Lo stop ai rapporti di ricerca con Israele non è un tema in discussione".

La presidente dell'Unione delle Comunità ebraiche italiane, Noemi Di Segni, parla di "odio verso gli ebrei" e aggiunge: "Ormai si è superata ogni linea rossa e la preoccupazione per la situazione universitaria dilaga". E fa appello alla premier Giorgia Meloni, alla ministra Anna Maria Bernini e alla presidente della Crui Giovanna Iannantuoni, parlando di "una escalation che nelle ultime settimane ha raggiunto livelli di gravissima preoccupazione" e che impone di "arginare ed evitare alcuni episodi e situazioni" e di "favorire anziché isolare la conoscenza della realtà israeliana".

 

La ministra dell’università Bernini, che incontrerà gli 85 rettori della Crui per un vertice programmato dopo le contestazioni al giornalista David Parenzo alla Sapienza e al direttore di Repubblica Molinari alla Federico II, interviene sostenendo di non condividere la decisione dell’università di Torino, seppur assunta nell'ambito dell'autonomia propria degli atenei. "È triste - scandisce - che una scelta simile coincida con la prima giornata nazionale delle università che ha come titolo: 'Porte aperte'. Ed è francamente sconcertante che si possa pensare di chiuderle. Ritengo ogni forma di esclusione o boicottaggio sbagliata ed estranea alla tradizione e alla cultura dei nostri Atenei da sempre ispirata all'apertura e all'inclusività".
 

 

 

Il rettore di UniTo, Stefano Geuna, interviene per chiarire che di nessun boicottaggio "e men che meno antisemitismo" si tratta: la decisione del Senato accademico di non partecipare a un bando di cooperazione scientifica con Israele "è stata un'azione su un bando molto specifico. Tutti gli accordi attualmente in vigore con le università israeliane, e sono tanti, rimangono validi".

 

Il clima negli atenei impensierisce la politica. La scelta di Torino è condannata da numerosi esponenti della maggioranza, ma anche al leader M5s Giuseppe Conte, che parla di "errore capitale". Il senatore Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega in Senato, chiede una convocazione urgente della commissione Segre per stigmatizzare la decisione dell'ateneo. Un gruppo di prof si dissocia, "così si infangano i docenti che si opposero al fascismo".

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