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Emilia-Romagna, primo giorno di allerta gialla dopo l'alluvione | Oggi Mattarella nelle zone più colpite

Il governo al lavoro per delineare una struttura nazionale per la ricostruzione e per individuare chi possa ricoprire l'incarico di commissario straordinario

Emilia-Romagna, primo giorno di allerta gialla dopo l'alluvione | Oggi Mattarella nelle zone più colpite - foto 1
Ansa

Primo giorno di allerta gialla a quasi venti dalla devastante alluvione che ha colpito l'Emilia-Romagna.

A Conselice si fa il conto alla rovescia per la fine dell'acqua in strada e si guarda alla ricostruzione. Bonaccini: "La scelta del commissario non sia un calcolo elettorale. Dalla Ue ci aspettiamo centinaia di milioni, hanno preso un impegno preciso". Oggi arriva nelle zone colpite il presidente della Repubblica, che lunedì ha ricevuto dal Papa il Premio Paolo VI, e ha deciso di destinare la somma collegata al riconoscimento alla comunità Giovanni XXIII per le case di accoglienza colpite dall'alluvione.

 

 

La visita di Mattarella

 La visita di Mattarella nelle zone alluvionate partirà da Modigliana, una delle realtà più piccole ma anche una delle più danneggiate. Il Capo dello Stato raggiungerà il borgo dell'Appennino forlivese dove lo attenderanno il sindaco Jader Dardi e i cittadini, poi sarà a Forlì, per incontrare i volontari che hanno lavorato nell'emergenza e la giornata si concluderà nel pomeriggio con i sindaci del territorio a Faenza, dove l'acqua del Lamone ha invaso varie zone del centro storico, nella notte tra il 16 e il 17 maggio. Ma nel corso della giornata ci saranno altre tappe e incontri con la popolazione: probabilmente Cesena, Lugo, Ravenna.

 

La situazione a Conselice

 Lentamente sta tornando sotto controllo la situazione di Conselice, il paese del Ravennate diventato uno dei simboli della catastrofe perché, per giorni, non si è riusciti a mandar via l'acqua che ha allagato la gran parte del paese, provocando un ristagno che ha anche creato qualche preoccupazione per la salute pubblica. La situazione non è ancora del tutto risolta, ma rispetto a qualche giorno fa è notevolmente migliorata: sono in funzione infatti circa 50 idrovore che stanno cercando di convogliare l'acqua nei canali di bonifica che sfociano nel Reno.

 

Fotogallery - Alluvione in Emilia-Romagna: rifiuti e acqua stagnante, preoccupa la situazione sanitaria a Conselice

 

Anche i provvedimenti di evacuazione emessi dal Comune stanno restringendo il proprio perimetro e si è finalmente cominciato a fare quello che, già da oltre una settimana, si è cominciato a fare negli altri luoghi alluvionati: spalare il fango, rientrare nelle case, capire quali sono gli oggetti che possono essere salvati e quelli che invece devono essere irrimediabilmente buttati, smaltire montagne di rifiuti. Intanto sono confortanti i primi risultati dei controlli svolti dall'Arpae, l'agenzia regionale di protezione ambientale, sulle acque depositate nelle vicinanze delle aree industriali colpite dagli allagamenti: nessun inquinamento ambientale è stato infatti rilevato nei pressi dell'Officina dell'ambiente, importante stabilimento produttivo di Conselice. 

 

La conta dei danni

 Le ferite del territorio rimangono profondissime: anche se è tornata in funzione la ferrovia Bologna-Rimini e sono state riaperte alcune importanti vie di comunicazioni stradali chiuse nella scorse settimane (come la E45 fra Bagno di Romagna e Sarsina e la statale 67 a Dovadola), in tutta la Regione sono infatti 772 le strade comunali e provinciali chiuse alla circolazione, di cui 302 in modo parziale e 470 totalmente. Molte di queste andranno ricostruite, ridisegnando anche il percorso. Senza contare il dissesto che ha colpito l'Appennino, un fenomeno le cui dimensioni diventano ogni giorno più preoccupanti: al momento, infatti, si confermano 758 frane principali monitorate, oltre a migliaia di micro-frane attive. 

 

 

Si lavora per individuare il commissario straordinario

Il governo continua a lavorare per delineare una struttura nazionale per la ricostruzione, con una persona al comando che possa riuscire a gestire, alla stregua di un piccolo dicastero, i fondi nazionali, europei e del Pnrr per la ricostruzione delle aree colpite dal dissesto idrogeologico. Il piano potrebbe approdare nelle prossime settimane in Consiglio dei ministri, in vista della nomina del nuovo commissario che prenderà in mano il dossier della fase 2 in Emilia Romagna. Il progetto rappresenta l'ennesima bocciatura da parte dell'esecutivo sull'ipotesi di affidare l'incarico a Stefano Bonaccini, come lascia intendere lo stesso vicepremier in un'intervista a Qn, Antonio Tajani, secondo il quale servirà "una persona che possa dedicarsi a tempo pieno". Dal canto suo, il presidente della Regione, ha sottolineato la necessità che "la scelta del commissario non sia un calcolo elettorale". 

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