A "Quarto Grado" l'appello di Pietro Orlandi: "Chiederò di avere più coraggio di chi l'ha preceduto"
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Mi aspetto la verità". In un'intervista a "Quarto Grado" Pietro Orlandi ha lanciato un nuovo appello per fare piena luce sulla scomparsa della sorella Emanuela Orlandi, cittadina vaticana nata e cresciuta in una casa alle spalle di quel comignolo che con la fumata bianca, l'8 maggio scorso, ha annunciato al mondo l'elezione di Papa Leone XIV.
Dal terrorismo alla pedofilia, dal ricatto finanziario alla banda della Magliana: negli anni le indagini partite da entrambe le sponde del Tevere hanno battuto molteplici piste che hanno portato persino a setacciare la cripta della chiesa di Sant'Apollinare a Roma dove al posto del corpo di Emanuela è stato scoperto quello del boss Enrico "Renatino" De Pedis. A quasi 42 anni dalla sparizione della giovane, avvenuta il 22 giugno 1983, il fratello si rivolge ora al nuovo pontefice: "Sono passati quattro pontificati, chiederò di avere più coraggio di chi lo ha preceduto", afferma.
La memoria corre al marzo 2013 quando Papa Francesco, appena eletto, avrebbe rivolto a Pietro Orlandi la frase "Emanuela è in cielo". "In modo delicato mi disse che mia sorella era morta anche se c'era un'inchiesta aperta e nessuna prova. Se ha detto quella frase, è perché sapeva qualcosa. Da quel giorno ho chiesto spesso di incontrarlo ma non c'è mai stata possibilità", dice Orlandi al programma di Rete 4. Per il fratello dell'allora 15enne, scomparsa a poche settimane da un'altra ragazza, Mirella Gregori, l'inchiesta riaperta dal Vaticano nel 2023 "è una farsa" a partire dal presunto fascicolo custodito nella Segretaria di Stato. "Sono fiducioso perché il nuovo Papa inizia in un momento in cui l'attenzione mediatica su Emanuela è molto forte e con tre inchieste aperte", aggiunge.