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Caso Orlandi, nella denuncia presentata dal fratello Pietro spunta una chat "tra alti prelati vicini a Papa Francesco"

Il Vaticano ha riaperto l'inchiesta: nel fascicolo consegnato dalla famiglia sono presenti alcuni screenshot di messaggi scambiati tra due religiosi che non risultano indagati

Una serie di messaggi scambiati tra due prelati sarebbero alla base della riapertura dell'inchiesta del caso Emanuela Orlandi da parte della magistratura vaticana.

Pietro Orlandi, fratello della cittadina vaticana (all'epoca 15enne) scomparsa a Roma il 22 giugno 1983 a Roma, ha infatti allegato alla nuova denuncia alcuni screenshot di chat Whatsapp tra due religiosi, a suo dire "vicini a Papa Francesco", che non sono in alcun modo indagati ma che potrebbero essere sentiti dai pm vaticani come persone informate sui fatti qualora la circostanza fosse verificata.

Il contenuto della chat

 "Devi andare per questa strada...(...) però bisogna risolvere perché questa è una cosa molto grave... (...) lo dobbiamo dire (...) al Comandante della Gendarmeria? (...) No, no, assolutamente... ma che scherzi, assolutamente no!". Come riportato da Il Fatto Quotidiano, sarebbe questo il contenuto di uno screenshot di messaggi scambiati tra i due prelati e consegnato da Pietro Orlandi agli inquirenti.

 

La nuova inchiesta vaticana

 Sarà la Procura della Santa Sede, guidata dal promotore di Giustizia Alessandro Diddi, a indagare sul caso. L'obiettivo del nuovo fascicolo è acquisire i nuovi elementi forniti dalla famiglia e dai legali di Emanuela, riunire il materiale già presente negli archivi degli inquirenti vaticani e scandagliare nuovamente tutti gli atti raccolti anche dalla Procura di Roma, come alcuni verbali allegati all'indagine archiviata nel 2015.

 

Vaticano, il mistero della scomparsa di Emanuela Orlandi

La denuncia presentata dal fratello Pietro

 Molto ruota attorno alla chat, di cui Pietro Orlandi aveva già parlato durante un sit-in del 22 giugno in occasione del 39esimo anniversario dalla scomparsa della sorella Emanuela. I nomi dei due interlocutori della chat per il momento restano riservati. A quanto rivelato da Orlandi, tuttavia, nella conversazione in suo possesso si farebbe riferimento a "due persone molto vicine a Papa Francesco".

 

Tentativo di dialogo coi due religiosi

 I due prelati, secondo la famiglia Orlandi, sarebbero in possesso "di documenti di Emanuela, di cose di Emanuela". "A loro ho scritto in privato dei messaggi che hanno visualizzato senza rispondere - disse Pietro il 22 giugno -. Ci sono dei fatti che possono far chiarezza su quello che è successo a Emanuela, ma queste persone non vogliono andare oltre. C'è chi addirittura parla di segreto pontificio".

 

Il Papa vuole far luce sul caso

 Nell'aprile del 2022 Papa Francesco, dal canto suo, replicando a una lettera in cui Pietro Orlandi denunciava di non essere ascoltato dalle autorità vaticane, esprimeva "il comune interesse di voler fare luce sul caso" e invitava il fratello di Emanuela a "condividere tali elementi col tribunale dello Stato vaticano".

 

La riapertura delle tombe del cimitero teutonico

 Nella denuncia, Orlandi ripercorre anche le rivelazioni che portarono all'apertura delle tombe del cimitero teutonico di San Pietro che avrebbe custodito i resti, o qualche oggetto di Emanuela fino a poco tempo prima dell'apertura avvenuta l'11 luglio 2019, quando i sepolcri risultarono vuoti. "È da un anno che attendevamo di essere ascoltati", ha commentato Laura Sgrò, legale della famiglia Orlandi. 

Emanuela Orlandi, tombe vuote in Vaticano

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